Quark charm | |
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Classificazione | Particella elementare |
Famiglia | Fermioni |
Gruppo | Quark |
Generazione | Seconda |
Interazioni | Forte, debole, elettromagnetica, gravità |
Simbolo | c |
Antiparticella | Antiquark charm (c) |
Teorizzata | Sheldon Glashow, John Iliopoulos, Luciano Maiani (1970) |
Scoperta | Burton Richter et al. (SLAC) (1974) Samuel Ting et al. (BNL) (1974) |
Proprietà fisiche | |
Massa | 1.29 GeV/c2
(2,30×10−27 kg) |
Prodotti di decadimento | Quark strange, quark up |
Carica elettrica | 2/3 e |
Carica di colore | Sì |
Spin | 1/2 |
Il quark charm (solitamente abbreviato in quark c) è un quark di seconda generazione con una carica elettrica positiva di +2⁄3 e. Con 1,3 GeV (poco più della massa del protone) è il terzo per massa tra tutti i quark.
La sua esistenza fu ipotizzata nel 1964 da Bjorken e Glashow,[1] ed inserita nel modello standard delle interazioni deboli nel 1970 dallo stesso Sheldon Glashow, da John Iliopoulos e Luciano Maiani[2]. Fu osservato per la prima volta nel 1974 con la scoperta del mesone incanto J/ψ, contemporaneamente da un gruppo guidato da Burton Richter allo SLAC[3] e da un gruppo guidato da Samuel C.C. Ting al Brookhaven National Laboratory (BNL).[4]
Nell'agosto 2022, riesaminando 35 anni di ricerche, è stato provato che i protoni contengono charm quark. Sebbene la loro massa sia 1.5 volte quella del protone, quando sono contenuti al suo interno, essa vale solo la metà del composto.[5]