Quintetto della trota

Quintetto in La maggiore
La trota
CompositoreFranz Schubert
TonalitàLa maggiore
Tipo di composizioneQuintetto
Numero d'operaD 667
Epoca di composizione1819
PubblicazioneCzerny, Vienna, 1829
Durata media38 minuti
OrganicoPianoforte, violino, viola, violoncello, contrabbasso

Il Quintetto per pianoforte e archi in La maggiore detto La trota è un'opera di Franz Schubert. Nel catalogo Otto Erich Deutsch delle opere di Schubert porta il numero D. 667. L'opera fu composta nel 1819,[1] da uno Schubert ventiduenne e non venne pubblicata prima del 1829, un anno dopo la sua morte.[2]

Piuttosto che un normale quintetto per pianoforte e quartetto d'archi, Schubert scrisse un pezzo per pianoforte violino, viola, violoncello e contrabbasso. Il compositore Johann Nepomuk Hummel riarrangiò il proprio settetto per lo stesso organico strumentale,[3] e il quintetto La trota venne eseguito dallo stesso gruppo di esecutori che suonarono il lavoro di Hummel.

L'opera è conosciuta come La trota poiché il quarto movimento è una variazione sul precedente Lied di Schubert Die Forelle ("La trota"). A quanto pare, il quintetto era stato scritto per Sylvester Paumgartner, di Steyr in Alta Austria, un ricco mecenate musicale e violoncellista dilettante, che aveva suggerito a Schubert di inserire una serie di variazioni sul Lied.[1] Variazioni sulle melodie dei suoi Lieder si trovano in altre quattro opere di Schubert: nel quartetto La morte e la fanciulla, nelle variazioni per flauto e pianoforte "Trockne Blumen" (D. 802), nella Wanderer-Fantasie e nella Fantasia in do maggiore per violino e pianoforte (D. 934, "Sei mir gegrüßt").

La sestina di accompagnamento del brano viene utilizzata come motivo unificante in tutto il quintetto ed i relativi dati appaiono in quattro dei cinque movimenti - tutti tranne che nello scherzo. Come nella canzone, la linea è di solito introdotta dal pianoforte, in ordine crescente.[1]

  1. ^ a b c Martin Chusid, Schubert's chamber music: before and after Beethove, in Cristopher H. Gibbs (a cura di), The Cambridge Companion to Schubert, Cambridge Companions to Music, United Kingdom, Cambridge University Press, 1997mese= aprile, pp. 174–192, ISBN 978-0-521-48424-4.
  2. ^ Cristopher H. Gibbs, German reception: Schubert's 'journey to immortality', in Cristopher H. Gibbs (a cura di), The Cambridge Companion to Schubert, Cambridge Companions to Music, Cambridge, Cambridge University Press, aprile 1997, pp. 241–253, ISBN 978-0-521-48424-4.
  3. ^ Margaret Notley, Schubert's social music: the "forgotten genres", in Cristopher H. Gibbs (a cura di), The Cambridge Companion to Schubert, Cambridge Companions to Music, Cambridge, Cambridge University Press, aprile 1997, pp. 138–154, ISBN 978-0-521-48424-4.

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