I termini radiazioni non ionizzanti o NIR (dall'inglese Non-Ionizing Radiations) si riferiscono a qualunque tipo di radiazione elettromagnetica che non trasporta sufficiente energia da ionizzare atomi o molecole — ovvero, per rimuovere completamente un elettrone da un atomo o molecola.[1]
Invece di produrre ioni carichi attraversando la materia, la radiazione elettromagnetica ha sufficiente energia solo per eccitare il movimento di un elettrone ad uno stato energetico superiore. Nondimeno diversi effetti biologici vengono osservati per diversi tipi di radiazioni non-ionizzanti.[3]
Le radiazioni non ionizzanti possono causare problemi di salute, in particolare i raggi ultravioletti non ionizzanti (UV-A) possono causare melanomi e tumori della pelle, ma generalmente non rappresentano un rischio significativo per la salute. Al contrario, le radiazioni ionizzanti hanno una frequenza più alta e una lunghezza d'onda più corta rispetto alle radiazioni non ionizzanti e possono rappresentare un serio rischio per la salute: l'esposizione ad esse può causare ustioni, malattie da radiazioni, molti tipi di cancro e danni genetici.
La regione in cui la radiazione è considerata "ionizzante" non è ben definita, poiché diverse molecole e atomi ionizzano a diverse energie. Le definizioni usuali hanno suggerito che le radiazioni con energie di particelle o fotoni inferiori a 10 elettronvolt (eV) siano considerate non ionizzanti. Un'altra soglia suggerita è 33 elettronvolt, che è l'energia necessaria per ionizzare le molecole d'acqua. La luce del Sole che raggiunge la Terra è composta in gran parte da radiazioni non ionizzanti, poiché i raggi ionizzanti del lontano ultravioletto sono filtrati dai gas dell'atmosfera, in particolare dall'ossigeno.