Radioimmunoterapia dei linfomi | |
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![]() Formula chimica dell'Ibritumomab tiuxetan, un anticorpo monoclonale specifico per il linfoma non-Hodgkin. | |
Classificazione e risorse esterne | |
ICD-9-CM | 92.28 |
MeSH | D016499 |
La radioimmunoterapia è una terapia radiometabolica che può essere somministrata dal medico nucleare ai pazienti affetti da linfomi a cellule B che esprimano in membrana il recettore CD20 specifico per queste cellule.[1][2][3] Tale trattamento è solitamente effettuato mediante l'anticorpo monoclonale Ibritumomab tiuxetan marcato con ittrio-90; un isotopo radioattivo emittente particelle beta meno, che consente la selettiva distruzione del tessuto linfomatoso mediante la sua irradiazione con una dose elevata di radiazioni a basso LET (con risparmio dei tessuti sani). La capacità dell'anticorpo di legarsi in modo specifico ad un antigene associato al linfoma aumenta la dose somministrata alle cellule tumorali riducendo la dose nei tessuti normali. Tale trattamento è di solito riservato per le forme di malattia resistenti all'immunoterapia convenzionale a base di rituximab (un anticorpo anti-CD 20 "freddo"; cioè non marcato con un isotopo radioattivo) di istotipo follicolare o trasformato. L'ittrio-90, non emettendo raggi gamma, non consente di eseguire imaging durante il trattamento. Di norma non è nemmeno effettuato l'imaging di bremsstrahlung per via della bassa qualità delle immagini. In letteratura la distribuzione dell'anticorpo nell'organismo è stata studiata marcandolo con Indio-111 (un isotopo emittente raggi gamma), ma tale operazione di solito non è effettuata in clinica[4].