II quesito sulla limitazione delle misure cautelari
Sì
55,37%
No
44,63%
Quorum
non raggiunto
Affluenza
20,41%
III quesito sulla separazione delle funzioni dei magistrati
Sì
73,26%
No
26,74%
Quorum
non raggiunto
Affluenza
20,41%
IV quesito sui membri laici nei consigli giudiziari
Sì
71,28%
No
28,72%
Quorum
non raggiunto
Affluenza
20,40%
V quesito sull'elezione dei componenti togati del CSM
Sì
71,63%
No
28,37%
Quorum
non raggiunto
Affluenza
20,40%
Affluenza media per ciascuna provincia.
I referendum abrogativi in Italia del 2022 si sono tenuti domenica 12 giugno, in contemporanea al primo turno delle elezioni amministrative,[1][2] e hanno avuto come oggetto l'abrogazione di alcune norme sul funzionamento del sistema giudiziario italiano.
I quesiti referendari sono stati inizialmente promossi dal "Comitato Giustizia Giusta", costituito dalla Lega per Salvini Premier e dal Partito Radicale Transnazionale,[3] ma nonostante la raccolta delle firme, avvenuta anche digitalmente, essi sono stati presentati per effetto della richiesta pervenuta da nove consigli regionali, tutti a maggioranza di centro-destra.[4]
Il quorum della maggioranza degli aventi diritto non è stato raggiunto per alcuno dei 5 quesiti, registrando altresì la più bassa affluenza in una consultazione referendaria.[5]
Pochi giorni dopo il voto, il 16 giugno 2022 il Senato della Repubblica ha approvato in via definitiva la cosiddetta "riforma Cartabia" (già approvata il 26 aprile dalla Camera dei deputati), che ha comunque recepito integralmente quanto proposto dal quinto quesito e modificato parzialmente le norme indicate nel terzo e nel quarto quesito.