Cartesio suddivide la realtà in res cogitans e res extensa.[1] Con res cogitans s'intende la realtà psichica, a cui Cartesio attribuisce le seguenti qualità: inestensione, libertà e consapevolezza. La res extensa rappresenta invece la realtà fisica, che è estesa, limitata e inconsapevole.
Il concetto deriva dal «cogito», giacché Cartesio sente la necessità di distinguere nettamente ciò di cui l'uomo ha appurato l'esistenza con un'intuizione psicologica (lo spirito) da ciò di cui egli non può essere certo (il corpo, che tramite i sensi invia informazioni - che potrebbero anche essere false - allo spirito).