Revolution 9 | |
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Artista | The Beatles |
Autore/i | Lennon-McCartney |
Genere | Musica sperimentale Musica concreta |
Edito da | Apple Records |
Pubblicazione originale | |
Incisione | The Beatles |
Data | 22 novembre 1968 |
Durata | 8:22 |
Note | registrato maggio/giugno 1968 |
Revolution 9 è un brano di musica sperimentale del gruppo musicale britannico The Beatles, penultima traccia dell'album The Beatles (anche noto come White Album) del 1968.
Il brano è un collage sonoro, pieno di grida e altri rumori alternati a fraseggi di pianoforte e un dipendente della EMI che, testando un nastro, ripete la frase: «number nine, number nine, number nine...» ("numero nove, numero nove, numero nove...").
Si tratta della registrazione più sperimentale dei Beatles, costituita da suoni di diverso genere (dialoghi, rumori, frasi musicali) uniti in un brano unico; con la durata di oltre 8 minuti, rappresentò il pezzo più lungo dell'intera discografia dei Beatles. Revolution 9 (ufficialmente firmato Lennon-McCartney) fu realizzato principalmente da Lennon insieme a Yōko Ono, alla cui influenza si deve certamente la natura sperimentale e avant garde di questo brano. Non a caso le sonorità del brano furono ispirate dalla ricerca musicale di John Cage, di Edgard Varèse e di Karlheinz Stockhausen.
Mentre George Harrison e Ringo Starr contribuirono in qualche misura alla realizzazione del brano, Paul McCartney e il produttore George Martin opposero una forte resistenza alla sua pubblicazione.
Essendo stato incluso in un album dei Beatles, questo pezzo di musica sperimentale è l'opera di avanguardia più venduta e diffusa al mondo.[1]