Con riconquista della Cirenaica si indica la parte finale della riconquista della Libia, e precisamente quel conflitto nella colonia tra le forze militari italiane e la resistenza libica che cominciò nel 1928, proseguì con un crescendo di azioni militari italiane contro la resistenza e terminò nel 1931 con la sconfitta della resistenza dei ribelli e la cattura ed impiccagione del capo della resistenza indigena Omar al-Mukhtar. La pacificazione venne portata avanti da parte italiana con ampio ricorso a stragi ed atrocità e comportò anche uccisioni di massa della popolazione indigena della Cirenaica - un quarto della popolazione della Cirenaica di 225.000 morì durante il conflitto.[1] L'Italia commise numerosi ed efferati crimini di guerra durante il conflitto, quali l'uso di armi chimiche illegali, rifiuto di fare prigionieri di guerra giustiziando i combattenti arresi ed esecuzioni di massa di civili.[2] Le autorità italiana attuarono una pulizia etnica espellendo forzatamente 100.000 arabi cirenaici (metà della popolazione della Cirenaica) dai loro insediamenti, che vennero assegnati a coloni italiani.[3][4]
- ^ a b Michael Mann, The dark side of democracy: explaining ethnic cleansing, 2nd, Cambridge, England, Cambridge University Press, 2006, p. 309.
- ^ Duggan, 2007, p. 497.
- ^ Anthony L. Cardoza, Benito Mussolini: the first fascist, Pearson Longman, 2006, pp. 109.
- ^ Donald Bloxham e A. Dirk Moses, The Oxford Handbook of Genocide Studies, Oxford, England, Oxford University Press, 2010, pp. 358.