La rimessa estera è un trasferimento unilaterale di denaro verso l'estero, effettuato da un lavoratore straniero a beneficio di un altro individuo residente nel suo paese di origine (in genere familiari, parenti, o amici).
Dal complesso di questi comportamenti individuali emerge un fenomeno economico-finanziario di notevoli dimensioni su scala planetaria. All'interno di questo flusso di denaro, un ruolo importante è svolto dalle rimesse che sono dirette a residenti nei paesi in via di sviluppo: le somme inviate in patria dai migranti costituiscono, insieme agli aiuti internazionali, uno dei più grandi flussi finanziari verso i paesi in via di sviluppo. Nel 2013, ad esempio, secondo il report annuale della Banca Mondiale, il flusso di rimesse verso i paesi in via di sviluppo ha raggiunto la cifra record di 404 miliardi di dollari statunitensi, all'interno del flusso globale di rimesse che assommava, nel 2013, a 542 miliardi di dollari[1].
Studiosi e ricercatori non sono concordi nel valutare l'impatto di tali flussi su questioni economiche e geopolitiche, come la crescita economica globale, lo sviluppo economico, e la riduzione della povertà[2][3]. Tuttavia, è stato notato come il trasferimento di rimesse produca l'effetto d’indirizzare i soggetti beneficiari all'utilizzo dei servizi finanziari disponibili in loco, il che rende la leva delle rimesse un promotore dello sviluppo economico[4].