Rimilitarizzazione della Renania parte degli eventi precedenti la seconda guerra mondiale in Europa | |
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Localizzazione della Renania, come definita dal trattato di Versailles | |
Data | 7 marzo 1936 |
Luogo | Renania, Germania |
Causa | Irruzione delle truppe tedesche in aree demilitarizzate |
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Comandanti | |
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La rimilitarizzazione della Renania (in tedesco Rheinlandbesetzung) ebbe inizio il 7 marzo 1936 con l'ingresso delle forze militari della Germania nazista nella Renania demilitarizzata. Tale azione rappresentò una violazione del trattato di Versailles e dei trattati di Locarno, generando una crisi diplomatica che, tuttavia, non sfociò immediatamente in uno scontro bellico. Ciò fu dovuto, in parte, alla ferma opposizione degli establishment di Francia e Gran Bretagna a un intervento militare diretto.[1]
In seguito alla prima guerra mondiale, la Renania era stata posta sotto occupazione alleata. Il trattato di Versailles proibiva all'esercito tedesco l'accesso ai territori situati a ovest del fiume Reno, nonché ad una fascia di 50 km a est di esso. I trattati di Locarno del 1925 ribadirono lo status di demilitarizzazione permanente della regione. Nel 1929, il Ministro degli Esteri tedesco Gustav Stresemann negoziò il ritiro delle forze di occupazione alleate, completato nel giugno 1930.
Il 7 marzo 1936, il Cancelliere del Reich e Führer Adolf Hitler ordinò alla Wehrmacht di occupare la Renania con circa 20.000 uomini. La Francia e l'Gran Bretagna, pur manifestando allarme per la palese violazione dei trattati, scelsero di non intraprendere azioni militari.[2] Questa mancata reazione militare da parte delle potenze occidentali convinse Hitler della loro riluttanza a ostacolare le ambizioni della politica estera nazista.[3]
Il 14 marzo 1936, durante un discorso tenuto a Monaco, Hitler dichiarò:
«Né le minacce né gli avvertimenti m'impediranno di andare per la mia strada. Seguo la strada che mi è stata assegnata dalla Provvidenza con l'istintiva sicurezza di un sonnambulo.»