Rinforzo

In psicologia comportamentista, il rinforzo è una conseguenza che, se applicata al comportamento di un organismo, rafforzerà il suo comportamento futuro ogni volta che esso è preceduto da uno specifico stimolo antecedente[5].

La risposta comportamentale è valutata misurando la frequenza, la durata, l'accuratezza o la persistenza della risposta dopo reiterati stimoli. Gli analisti del comportamento sperimentale hanno misurato il tasso di risposte come una manifestazione primaria di apprendimento e di prestazioni in animali (per es., il numero di volte che un piccione becca una leva per ottenere il cibo).

L'incentivo è lo stimolo, un evento o una situazione che si presenta o altrimenti emerge quando il comportamento di risposta è realizzato. Tutte le dipendenze e le compulsioni comportano l'apprendimento del rinforzo, tuttavia nella dipendenza possiamo parlare di rinforzo positivo e nella compulsione di rinforzo negativo (vedi Comportamento di dipendenza#Compulsione vs dipendenza)

La teoria del rinforzo differenziale applicata alla criminologia è una teoria per la quale le probabilità di compiere un dato reato dipende dal tipo di "risposta" in conseguenza di uno stimolo immediatamente o subito dopo aver compiuto un dato comportamento.

  1. ^ Nestler EJ, Cellular basis of memory for addiction, in Dialogues Clin. Neurosci., vol. 15, n. 4, dicembre 2013, pp. 431–443, PMC 3898681, PMID 24459410.
    «Despite the importance of numerous psychosocial factors, at its core, drug addiction involves a biological process: the ability of repeated exposure to a drug of abuse to induce changes in a vulnerable brain that drive the compulsive seeking and taking of drugs, and loss of control over drug use, that define a state of addiction. ... A large body of literature has demonstrated that such ΔFosB induction in D1-type [nucleus accumbens] neurons increases an animal's sensitivity to drug as well as natural rewards and promotes drug self-administration, presumably through a process of positive reinforcement ... Another ΔFosB target is cFos: as ΔFosB accumulates with repeated drug exposure it represses c-Fos and contributes to the molecular switch whereby ΔFosB is selectively induced in the chronic drug-treated state.41. ... Moreover, there is increasing evidence that, despite a range of genetic risks for addiction across the population, exposure to sufficiently high doses of a drug for long periods of time can transform someone who has relatively lower genetic loading into an addict.»
  2. ^ Malenka RC, Nestler EJ, Hyman SE, Chapter 15: Reinforcement and Addictive Disorders, in Molecular Neuropharmacology: A Foundation for Clinical Neuroscience, 2nd, New York, McGraw-Hill Medical, 2009, pp. 364–375, ISBN 978-0-07-148127-4.
  3. ^ Glossary of Terms, su Mount Sinai School of Medicine, Department of Neuroscience. URL consultato il 9 febbraio 2015 (archiviato dall'url originale il 10 maggio 2019).
  4. ^ Volkow ND, Koob GF, McLellan AT, Neurobiologic Advances from the Brain Disease Model of Addiction, in N. Engl. J. Med., vol. 374, n. 4, gennaio 2016, pp. 363–371, DOI:10.1056/NEJMra1511480, PMID 26816013.
  5. ^ rinforzo nell'Encicolopedia Treccani, su treccani.it. URL consultato il 9 dicembre 2018.

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