Rivolta dei Simba parte della crisi del Congo, della guerra fredda e della decolonizzazione | |||
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Zone di influenza nel Congo nel 1964: in blu il governo centrale, in rosso la Repubblica popolare del Congo, in giallo la regione controllata dai ribelli di Mulele. | |||
Data | gennaio - novembre 1964 | ||
Luogo | Repubblica Democratica del Congo | ||
Casus belli | assassinio di Patrice Lumumba | ||
Esito | sconfitta dei ribelli, ristabilimento dell'unità nazionale da parte del governo centrale congolese | ||
Schieramenti | |||
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Comandanti | |||
Effettivi | |||
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La rivolta dei Simba fu una ribellione scoppiata nelle regioni centrali ed orientali del Congo-Léopoldville nel 1964 a seguito delle enormi disparità tra le élite al potere e la massa della popolazione e della estromissione dal governo dei parlamentari del Movimento Nazionale Congolese di Patrice Lumumba.
In breve tempo, vaste zone nell'est del paese caddero sotto il controllo dei Simba; agli inizi di agosto, una carica di soli 40 ribelli portò alla fuga dei 1500 uomini della forza governativa di stanza a Stanleyville e Il 5 settembre proclamarono il governo separatista della Repubblica Popolare del Congo (da non confondersi con l'omonima repubblica popolare nel Congo-Brazzaville), supportato da alcuni paesi arabi, sovietici e cubani e con a capo il presidente Cristophe Gbenye e riconosciuta da diversi paesi del blocco sovietico. Nonostante il supporto logistico di consiglieri militari sovietici e cubani, la ribellione dei Simba fu sconfitta dall'intervento di una task force belga e statunitense, nel corso dell'operazione denominata Dragon Rouge.