Rivolta di Chmel'nyc'kyj parte del Diluvio | |||
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Data | 1648–1657 | ||
Luogo | Confederazione polacco-lituana, odierne Ucraina, Bielorussia e Moldavia | ||
Esito | La vittoria dei cosacchi Zaporizhzhya e la creazione dell'Hetmante | ||
Modifiche territoriali | Nascita dell'etmanato cosacco nei territori appartenuti alla Confederazione polacco-lituana | ||
Schieramenti | |||
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Comandanti | |||
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La rivolta di Chmel'nyc'kyj (in polacco Powstanie Chmielnickiego; in ucraino повстання Богдана Хмельницького?;in russo восстание Богдана Хмельницкого?) fu una rivolta cosacca all'interno della Confederazione polacco-lituana avvenuta nel 1648-1657, che portò alla creazione dell'Etmanato cosacco in area ucraina. Sotto il comando dell'etmano Bohdan Chmel'nyc'kyj, i cosacchi Zaporoghi, alleati con i Tatari di Crimea e i contadini locali, combatterono contro gli eserciti e le forze paramilitari della Confederazione polacco-lituana. L'insurrezione fu accompagnata da atrocità di massa commesse dai cosacchi contro la popolazione civile, in particolare contro il clero cattolico romano e gli ebrei[1].
La rivolta ha un significato simbolico nella storia del rapporto dell'Ucraina con la Polonia e la Russia: pose fine al dominio della szlachta cattolica polacca sulla popolazione cristiana ortodossa; allo stesso tempo portò alla definitiva incorporazione dell'Ucraina orientale nella zona d'influenza della Russia avviata dal trattato di Perejaslav del 1654, per cui i cosacchi avrebbero giurato fedeltà allo zar pur mantenendo un'ampia autonomia. L'evento scatenò un periodo di turbolenza e di conflitto politico nell'Etmanato conosciuto come "la Rovina". Il successo della ribellione anti polacca, insieme ai conflitti interni in Polonia e alle guerre contemporanee condotte dal paese contro la Russia e la Svezia (rispettivamente guerra russo-polacca (1654-1667) e seconda guerra del nord del periodo 1655-1660) pose fine all'"età dell'oro" polacca e causò un secolare declino del potere polacco.
Nella storia ebraica, la rivolta è conosciuta per le persecuzioni nei confronti degli ebrei che, essendo molto coinvolti dalla gestione del commercio nel paese[2], furono visti dai contadini come loro diretti oppressori.[1][2]