Di alta statura, noto per la forza e il coraggio, er Tinèa[2] esercitò un indiscusso predominio sugli altri bulli romani, nel periodo a cavallo tra la fine dell'Ottocento e gli inizi del Novecento.
^Voce di etimologia incerta. Filippo Chiappini nel suo Vocabolario romanesco, Edizione Il cubo, 1992, la fa derivare dal veneto"bulo", con il significato di "prepotente". Bartolomeo Rossetti, nelle opere citate, riporta anche il tedescomedievale"bühle" con il significato di amante, ganzo.
^Tinèa è una corruzione dialettale della locuzione "di Enea" nel senso di "della stirpe di Enea" ovvero persona che discende dall'eroe troiano, e quindi, secondo la leggenda della fondazione dell'Urbe, vero romano o, con tipica espressione dialettale, "romano de Roma". Alcuni sostengono che questo soprannome derivasse dall'imprecazione "Sangue d'Enea!", di uso assai frequente a Roma in quel tempo.