Rosolia

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Rosolia
Rash cutaneo da rosolia sulla pelle della schiena di un bambino (1978)
Specialitàinfettivologia e neonatologia
EziologiaRubivirus
Classificazione e risorse esterne (EN)
MeSHD012409
MedlinePlus001574
eMedicine802617 e 966220

Con il termine rosolia si identifica una malattia infettiva, ad origine virale dovuta al Rubella virus. È esantematica, maculopapulosa, acuta e contagiosa. Insieme al morbillo, la varicella, la pertosse e la parotite, è una delle infezioni più comuni che insorgono in età pediatrica.[1] Può anche colpire donne incinte e, a seconda del mese di gestazione, la permanenza del virus nell'ospite può comportare effetti teratogeni per il feto.

Al 2019 l'unico ospite conosciuto per il virus Rubella rimane l'uomo.

Esistono due modalità di contagio:

  1. Trasmissione orizzontale: il virus può trasmettersi per via aerea, attraverso goccioline di saliva (emesse con starnuti o colpi di tosse); per contatto diretto (mediante interazione con il soggetto malato) o indiretto (tramite contatto con oggetti contaminati);[2]
  2. Trasmissione verticale o sindrome da rosolia congenita: dalla donna gravida infetta (non immunizzata) al feto, per mezzo della placenta. La trasmissione verticale non è sempre certa e avviene nel 90% dei casi.

Negli infanti ha solitamente un decorso benigno; ma quando una donna non immunizzata ne viene contagiata può sviluppare la sindrome da rosolia congenita, che causa l'aborto nel 20% dei casi e può produrre invalidità gravi e permanenti nel bambino.

L'Organizzazione mondiale della sanità stima in circa 110.000 i bambini che nascono ogni anno con la sindrome da rosolia congenita e devono confrontarsi con le sue conseguenze invalidanti.[3]

  1. ^ Rosolia, su epicentro.iss.it. URL consultato il 17 gennaio 2018.
  2. ^ Igiene, Medicina Preventiva e del Territorio, 2ª ed., Idelson-Gnocchi, p. 272.
  3. ^ WHO Fact Sheet - Rubella

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