San Pietro in Cariano comune | |
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Panorama di San Pietro in Cariano | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Veneto |
Provincia | Verona |
Amministrazione | |
Sindaco | Gerardo Zantedeschi (centro-destra) dal 26-5-2019 |
Territorio | |
Coordinate | 45°31′N 10°53′E |
Altitudine | 151 m s.l.m. |
Superficie | 20,24 km² |
Abitanti | 12 713[2] (31-12-2020) |
Densità | 628,11 ab./km² |
Frazioni | Bure, Castelrotto, Corrubbio, Pedemonte, San Floriano[1] |
Comuni confinanti | Fumane, Marano di Valpolicella, Negrar di Valpolicella, Pescantina, Sant'Ambrogio di Valpolicella, Verona |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 37029 |
Prefisso | 045 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 023076 |
Cod. catastale | I109 |
Targa | VR |
Cl. sismica | zona 2 (sismicità media)[3] |
Cl. climatica | zona E, 2 439 GG[4] |
Nome abitanti | carianesi |
Patrono | san Pietro apostolo |
Giorno festivo | 29 giugno |
Cartografia | |
Posizione del comune di San Pietro in Cariano all'interno della provincia di Verona | |
Sito istituzionale | |
San Pietro in Cariano (San Piéro in Carian in veneto[5]) è un comune italiano di 12 713 abitanti della provincia di Verona in Veneto. Situato in Valpolicella a 14 chilometri da Verona, il suo territorio si può definire di pianura pedemontana, con un'altezza compresa tra 75 m s.l.m. e 250. Il comune confina a nord con Marano di Valpolicella e Fumane, ad est con Negrar di Valpolicella, a ovest con Sant'Ambrogio di Valpolicella, a sud con Pescantina e Verona; aggregato nel 1929 con l'antico comune di Negarine, è composto dalle frazioni di Bure, Castelrotto, Corrubbio, Pedemonte e San Floriano.[6]
Tra il V e il IV secolo a.C. la zona fu dimora della popolazione degli Arusnati, che si mescolò successivamente con i romani giunti nei luoghi attorno al II secolo a.C. In epoca medievale vennero eretti importanti edifici, come la pieve di San Floriano e un castello presso Castelrotto (andato distrutto nel 1404). Con l'avvento della dominazione di Venezia, San Pietro in Cariano divenne sede del Vicariato della Valpolicella, ed assistette all'edificazione di numerose ville venete, dimore di nobili veronesi. Caduta la Serenissima, il successivo periodo austriaco non incise molto nella storia locale. Dopo l'annessione al Regno d'Italia, decenni caratterizzati da diffusa povertà comportarono una forte emigrazione, protrattasi fino agli albori del XX secolo. Al termine della seconda guerra mondiale, la frazione di Corrubbio fu teatro di una strage di civili che allungò la lista dei lutti patiti durante i due conflitti mondiali. Il dopoguerra è stato caratterizzato da un'intensa attività di ricostruzione, cui fece seguito una forte crescita economica, rendendo fiorente l'attività vinicola ed innescando una rapida urbanizzazione sia civile che industriale.