Scambio di regali dell'Elefante Bianco

Un signore "ruba" un regalo in uno scambio di regali dell'Elefante Bianco, mentre il proprietario precedente è riluttante a rinunciarvi.

Uno scambio di regali dell'Elefante Bianco[1], Yankee Swap[2] o Dirty Santa[3] è un gioco di società, tradizionalmente praticato nei paesi anglofoni, in cui vengono scambiati regali divertenti e poco utili durante le feste. L'obiettivo di uno scambio di regali dell'elefante bianco è intrattenere i partecipanti alle feste anziché ottenere un oggetto naturalmente prezioso o molto ricercato.

Il termine elefante bianco si riferisce a un dono eccentrico e poco pratico che non può essere smaltito o svenduto facilmente. Si dice che la frase derivi dalla pratica storica del re del Siam (ora Thailandia), solito regalare rari elefanti albini ai cortigiani che lo infastidivano, in modo che i costi di manutenzione degli animali li rovinassero economicamente. Mentre il primo uso di questo termine rimane oggetto di controversia tra gli esperti,[4] una teoria suggerisce che Ezra Cornell, nel 1828, abbia introdotto il termine nel lessico popolare grazie ai suoi innumerevoli incontri sociali.[5][6][7]

  1. ^ (EN) What Is A White Elephant Gift Exchange? Here's What You Need To Know About This Entertaining Party Game, su Bustle. URL consultato il 27 dicembre 2021.
  2. ^ (EN) Why Do We Call That Holiday Game Yankee Swap, White Elephant And Dirty Santa?, su HuffPost, 18 dicembre 2017. URL consultato il 27 dicembre 2021.
  3. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore :0
  4. ^ A guide map to the terrain of gift value, in Psychology and Marketing, vol. 18, n. 8, settembre 2001, pp. 889–906, DOI:10.1002/mar.1034.
  5. ^ Dots and Dashes: Interesting Stories of Progress in the Telegraph Industry, Volumes 3-20, Western Union Telegraph Company, 1927
  6. ^ Gift Receipt and the Reformulation of Interpersonal Relationships, in Journal of Consumer Research, vol. 25, n. 4, marzo 1999, pp. 385–402, DOI:10.1086/209546.
  7. ^ Review, in British Journal of Educational Studies, vol. 16, n. 3, ottobre 1968, pp. 336–7, DOI:10.2307/3119303.

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