Scisma Nazionale

Scisma Nazionale
parte della prima guerra mondiale
Data1917
LuogoGrecia
Schieramenti
Comandanti
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Lo Scisma Nazionale (in greco: Εθνικός Διχασμός) o Grande divisione fu una serie di disaccordi tra re Costantino I di Grecia ed il suo primo ministro, Eleutherios Venizelos, riguardo alla politica estera della Grecia nel periodo compreso tra il 1910 ed il 1922, di cui il punto focale era l'ingresso o meno della Grecia nella prima guerra mondiale. Venizelos era favorevole a supportare la Triplice intesa e voleva che la Grecia entrasse in guerra al loro fianco, mentre il re, filogermanico, desiderava la neutralità della Grecia per favorire i piani delle Potenze Centrali.

Al di là dei disaccordi, la questione divenne sempre più seria perché iniziò a intaccare il ruolo del sovrano nello stato. Il licenziamento di Venizelos da parte del re portò ad un profondo risentimento personale tra i due e una sostanziale divisione in due parti della società greca.

Dopo che il regno di Bulgaria entrò in guerra contro il regno di Serbia (già assediata da un attacco combinato di Germania ed Austria-Ungheria) nel settembre del 1915, Venizelos tenne una votazione al parlamento il 4 di ottobre per chiedere la coscrizione obbligatoria per onorare il trattato di alleanza sottoscritto due anni prima tra Grecia e Serbia. Dal giorno successivo, iniziò l'invasione delle forze alleate a Tessalonica per stabilire il fronte Macedone ed aiutare così la Serbia, ma il re rifiutò di firmare la proposta di coscrizione obbligatoria per i cittadini greci, accusando il primo ministro di tradimento per l'invasione di Salonicco e costringendolo a dare le proprie dimissioni per la seconda volta in un anno (1915). Nell'agosto del 1916 i seguaci di Venizelos instaurarono un governo provvisorio che includeva la Grecia settentrionale, le isole dell'Egeo e Creta e che si schierò apertamente con la Triplice Intesa. Questo atto, che effettivamente divise la Grecia in due entità, diede modo all'Intesa di reclamare le perdute regioni della Macedonia e di riottenere così il controllo della Grecia settentrionale, gradualmente dopo lo sbarco dell'Armata d'Oriente l'anno precedente. Dopo intensi negoziati diplomatici, si aprì un confronto armato ad Atene tra gli Alleati e le forze realiste con dozzine di morti, linciaggi e cinque mesi di blocco navale che costrinse infine re Costantino ad abdicare l'11 giugno 1917, lasciando che suo figlio Alessandro prendesse il suo posto. Venizelos tornò ad Atene il 29 maggio 1917, e la Grecia venne riunificata ed entrò ufficialmente in guerra con gli Alleati.

Sebbene alla fine la Grecia uscì vittoriosa dal conflitto assicurandosi anche nuovi territori secondo il trattato di Sèvres, gli effetti di questa divisione nella politica greca minarono lo stato sino agli anni '40 del Novecento, contribuendo alla sconfitta della Grecia nella guerra greco turca, al collasso della Seconda Repubblica ellenica, al colpo di stato di Pagalos ed al regime dittatoriale di Metaxas. Lo Scisma Nazionale rifletteva le differenze tra la "Nuova Grecia" ottenuta con le guerre balcaniche del 1912-13 composta da Tracia, Macedonia, Epiro, Creta ed isole dell'Egeo settentrionale, e la "Vecchia Grecia" composta dai territori antecedenti al 1912. In generale, la popolazione della "Nuova Grecia" era più propensa a supportare le idee di Venizelos mentre gli abitanti della "Vecchia Grecia" sostenevano più strenuamente la monarchia.[1]

  1. ^ Kostis, 2018, p.277-278

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