Scolastica (filosofia)

Immagine di una scuola risalente al XIV secolo.

Scolastica è il termine, coniato dagli umanisti, che comunemente identifica la filosofia cristiana sviluppatasi nel medioevo. Essa rappresenta un'importante fase della filosofia medievale, durante la quale venne elaborato il metodo di pensiero noto come scolasticismo, o metodo scolastico.[1] I filosofi scolastici utilizzarono il patrimonio della filosofia classica antica, nella misura in cui le opere riuscirono a giungere fino a loro, e integrarono il pensiero della patristica per affrontare alcune delle questioni fondamentali della dottrina cristiana. Tra queste spiccavano temi come l'esistenza di Dio, la natura dell'anima, la disputa sugli universali, l'etica e la metafisica. Tuttavia, il cuore del loro interesse fu il rapporto tra fede e ragione e il tentativo di conciliarle in un sistema armonico.

I primordi della Scolastica possono essere individuati nell'istituzione della Schola Palatina, fondata intorno al 780 da Carlo Magno e affidata alla direzione di Alcuino di York. Questa scuola rappresentò uno dei pilastri della rinascita carolingia, un periodo di risveglio culturale dopo i secoli bui seguiti alla caduta dell'Impero romano d'Occidente. Durante i primi secoli medievali, la filosofia occidentale era stata caratterizzata da una certa staticità, priva di contenuti originali significativi. Un primo slancio verso il pensiero scolastico si verificò nell'XI secolo, con figure come Anselmo d'Aosta, noto per aver elaborato la celebre prova ontologica dell'esistenza di Dio. Anselmo è spesso considerato uno dei precursori della Scolastica. Tuttavia, fu durante il rinascimento del XII secolo che la Scolastica conobbe un vero e proprio sviluppo, grazie alle traduzioni di opere classiche e alla diffusione delle scuole cattedrali. Pensatori come quelli della scuola di Chartres e della scuola di San Vittore, insieme a figure di spicco come Pietro Abelardo, Gilberto Porretano, Pietro Lombardo e Giovanni di Salisbury, contribuirono al fiorire del pensiero scolastico.

Il XIII secolo segnò il culmine della Scolastica, coincidente con la nascita delle prime università medievali, organizzate secondo i principi del metodo scolastico. Questo periodo vide anche il recupero delle opere di Aristotele nell'Occidente latino, grazie alle traduzioni degli scritti del filosofo greco e dei suoi commentatori arabi, tra cui Avicenna e Averroè. La completa integrazione del pensiero aristotelico nella filosofia cristiana rappresentò una sfida e un'opportunità per gli studiosi medievali, poiché molte idee aristoteliche sembravano inizialmente in contrasto con la dottrina cristiana. In questo contesto emerse la figura di Tommaso d'Aquino, il quale elaborò un sistema filosofico-teologico capace di conciliare l'aristotelismo con il cristianesimo. Nella sua opera principale, la Summa Theologiae, Tommaso d'Aquino sostenne che fede e ragione, pur operando su piani differenti, non potessero essere in contraddizione, poiché entrambe hanno origine in Dio, fonte ultima di ogni verità. Il suo approccio, noto come tomismo, divenne il modello di riferimento per la filosofia scolastica e influenzò profondamente il pensiero cristiano successivo. Tuttavia, le sue idee non furono unanimemente accettate nel suo tempo, suscitando dibattiti accesi nelle università medievali.

Con il XIV secolo iniziò un periodo di crisi per la Scolastica, segnato da una revisione critica dei suoi presupposti. Filosofi legati al nominalismo, come Duns Scoto o Guglielmo di Ockham, negarono la possibilità di spiegare i misteri della fede attraverso la ragione. Ockham in particolare sottolineò che molte verità religiose dovevano essere accettate per fede, basandosi unicamente sulla rivelazione divina, senza tentare di giustificarle razionalmente. In parallelo, si sviluppava l’umanesimo, che spostava l’attenzione dall’ordine divino all’uomo e al mondo terreno. Questo cambiamento di prospettiva segnò una rottura con la tradizione medievale e contribuì al declino della Scolastica, che perse progressivamente la sua centralità a favore dei nuovi paradigmi culturali e filosofici del Rinascimento. Nonostante ciò, la Scolastica continuò ad esercitare una significativa influenza sul pensiero cristiano. Nel XIX secolo, l'enciclica Aeterni Patris di papa Leone XIII rilanciò il tomismo come base per la filosofia cristiana, promuovendone lo studio e l’applicazione. Ancora oggi, il metodo scolastico è apprezzato per la sua logica rigorosa e la sua capacità di affrontare questioni universali, mantenendo un ruolo importante nella riflessione filosofica e teologica contemporanea.

  1. ^ Il termine Scholasticus designava, nel Medioevo, chi insegnava in una scuola, sia essa un'abbazia o un'università.

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