Seconda intifada parte del conflitto israelo-palestinese | |||
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Soldati israeliani a Nablus durante l'operazione Scudo difensivo | |||
Data | 28 settembre 2000 - 8 febbraio 2005 | ||
Luogo | Israele e Territori palestinesi | ||
Esito | Indeciso: | ||
Schieramenti | |||
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Comandanti | |||
Perdite | |||
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64 stranieri uccisi | |||
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La seconda intifada (all'epoca denominata dal governo palestinese intifada di al-Aqṣā, in arabo انتفاضة الأقصى?) è stata la rivolta palestinese esplosa a Gerusalemme il 28 settembre del 2000, in seguito estesa a tutta la Palestina, e proseguita fino all’inizio del 2005. [2] Secondo la versione palestinese l'episodio iniziale fu la reazione a una visita, ritenuta dai palestinesi provocatoria, dell'allora capo del Likud Ariel Sharon (accompagnato da una delegazione del suo partito e da centinaia di poliziotti israeliani in tenuta antisommossa) al Monte del Tempio, luogo sacro per i musulmani e gli ebrei situato nella Città Vecchia. [3] Secondo la versione israeliana, invece, la visita di Sharon al Monte del Tempio del 28 settembre del 2000 sarebbe servita solo da pretesto per far scoppiare una rivolta già pianificata in precedenza, in quanto l’intifada sarebbe stata ideata da Arafat nell’estate dello stesso anno, in seguito al fallimento del vertice di Camp David (come testimoniato da Abdel-Elah Atira, membro del Consiglio Rivoluzionario di Fatah, e da Suha Arafat, vedova del leader palestinese). [4][5] L'Intifada fu una successione di fatti violenti che aumentarono rapidamente di intensità e proseguirono per anni, assumendo i caratteri di una guerra d'attrito, una vera e propria guerra terroristica di logoramento, una campagna di attentati suicidi e agguati armati contro civili israeliani che sconvolse nel profondo la società israeliana, causando la morte di oltre 700 civili. [6]
L’ondata di attentati e violenze, perpetrate da gruppi guidati da Fatah, la fazione di Arafat al governo, e dal gruppo islamista Hamas, minò definitivamente la credibilità politica del leader palestinese agli occhi dell’opinione pubblica israeliana, e interruppe drammaticamente il cammino verso la pace intrapreso con gli accordi di Oslo e proseguito con il vertice di Camp David. [7]
La Spianata delle Moschee (il luogo della Moschea della Roccia, ed anche il Monte del Tempio per gli ebrei) è un luogo da sempre reclamato sia dagli ebrei, perché insistente sul luogo ove sorgeva il Tempio di Salomone, sia dai musulmani, essendo il punto da cui Maometto sarebbe asceso al Paradiso su di un cavallo alato nel suo miʿrāj. Il gesto di Ariel Sharon intendeva rivendicare la sovranità israeliana o ebraica sul luogo; ciò avveniva in un momento di altissima tensione tra le popolazioni dovuto al recente fallimento dei negoziati di Camp David. L'episodio fu elemento scatenante di una guerra "calda" che è passata alla storia come "Seconda Intifada".