Il selenio è presente negli alimenti in quantità che variano a seconda della disponibilità dell'elemento nel terreno.
È un elemento importante per i mammiferi in quanto, formando selenoamminoacidi, fa parte del sito attivo di alcuni importanti enzimi (ad esempio la glutatione ossidasi) e inibisce gli effetti tossici dei metalli pesanti. Il suo ruolo come nutriente essenziale è stato scoperto negli anni 1950. Tuttavia un'assunzione eccessiva e prolungata di alimenti contenenti selenio può provocare disturbi come la perdita di unghie e capelli, danneggiare il sistema nervoso e, nei casi più acuti, anche disturbi respiratori gravi, infarto del miocardio e insufficienza cardiaca.[1]
L'assunzione quotidiana normale negli adulti varia tra 20 e 300 µg/die. Studi basati sulla saturazione dell'attività dell'enzima glutatione perossidasi suggeriscono che il bisogno medio potrebbe essere di circa 55 µg/die. La massima assunzione suggerita è di 450 µg/die.[2]