Shenshi

L'arte dei letterati gentiluomini tendeva ad idealizzare il ritiro tra le bellezze della natura e la contemplazione, un'idea parallela alla letteratura di viaggio di Su Shi e Yuan Hongdao; dipinto di Ma Yuan, artista della dinastia Song, ca. 1200–1230.
Galleria di antenati del XIX secolo.

Shenshi (紳士T, 绅士S, shēnshìP, shên-shihW, lett. "letterati adorni della fascia") è un termine che indica genericamente la classe sociale dei notabili nella Cina imperiale, di solito i titolari di un diploma[1], gli ex funzionari non più in servizio, i grandi proprietari terrieri.

In pratica, anche se non formalmente, ricadevano nella stessa classe sociale anche tutti i funzionari in servizio e comunque tutti i titolari di un diploma di primo, di secondo e di terzo grado nonché gli studiosi dell'Accademia imperiale. La condizione degli shenshi si rifletteva anche sui familiari, conferendo loro uno status superiore al resto della popolazione e creando legami di reciproca solidarietà, che si traducevano in una fortissima coscienza di classe. Grazie ad essi i nobili per censo ed eredità di sangue alla fine della dinastia Tang risultano perdenti, a favore di questa nobiltà legata fortemente a una coscienza letterale e culturale.

Gli storici ed orientalisti europei ed americani usano tradizionalmente definire questa speciale e composita classe sociale, nel suo insieme, con il termine anglosassone di gentry (o più precisamente e specificamente come gentry cinese).

  1. ^ Sia perché avessero superato gli esami imperiali o perché fossero proprietari terrieri e notabili locali abbastanza ricchi ed influenti da aver comprato solo titolo o rango o, più raramente, avessero anche esercitato la funzione corrispondente.

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