«Là, sovra i gioghi dell'Appennin selvaggio[1], fra l'erte rupi una caverna appar: vegliano le sirene quel faraggio, fremono i canti e fanno delirar.»
Le sibille (in greco antico: Σίβυλλα?, Síbylla; in latino Sibylla) sono sia dei personaggi storicamente esistiti, sia figure mitologiche greche e romane. Erano vergini ispirate da un dio (solitamente Apollo) dotate di virtù profetiche e in grado di fare predizioni e fornire responsi, ma in forma oscura o ambivalente.
Leggendarie profetesse, erano collocate in diversi luoghi del bacino del Mediterraneo come a Cuma in Italia, a Delfi in Grecia, o in Africa ed Asia Minore. Tra le più conosciute, la Sibilla Eritrea, la Sibilla Cumana e la Sibilla Delfica che sono rappresentanti di altrettanti gruppi come gli ionici, gli italici e gli orientali. Nella Roma repubblicana e imperiale un collegio di sacerdoti custodiva gli Oracoli sibillini, testi sacri di origine etrusca, consultati in caso di pericoli o di catastrofi.
Dal II secolo a.C. si sviluppa negli ambienti ebraici romanizzati un'interpretazione dei vaticini delle Sibille corrispondente alle attese messianiche. Successivamente i cristiani videro nelle predizioni delle veggenti pagane preannunci dell'avvento di Gesù Cristo e del suo ritorno finale.