«È nei dettagli [...] che si rileva il genio di Silvestro, la superiorità ineffabile della sua mano nei confronti di tutti gli altri scultori nella storia dell'Aquila e che dimostra il suo diritto d'essere incluso nell'elenco dei più grandi scultori del Quattrocento.»
Silvestro dell'Aquila,[A 1] pseudonimo di Silvestro di Giacomo,[2] (L'Aquila, 1450 circa – L'Aquila, 1504) è stato un architetto e scultore italiano.
Considerato il più grande scultore del rinascimento abruzzese,[3] sintetizzò nelle sue opere la cultura fiorentina, l'eclettismo romano e la raffinatezza urbinate e portando la produzione artistica aquilana tra le più prestigiose a livello nazionale.[4] Seguace di Andrea Bregno e Donatello, fu particolarmente attivo nell'arte funeraria d'ispirazione classica;[3] i suoi lavori principali sono i mausolei di San Bernardino e di Maria Pereyra Camponeschi.
All'attività da scultore, Silvestro affiancò quella da architetto. Fu attivo sulla facciata della chiesa di Santa Maria del Soccorso e nella prima fase costruttiva della basilica di San Bernardino, oltre che in alcune importanti residenze nobiliari aquilane quali palazzo Carli Benedetti e palazzo Franchi Fiore.
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