Simurg, anche noto con i nomi di Simurgh, Semuru o Senmurv (in persiano سیمرغ, Sīmurgh), era secondo la mitologia persiana, l'uccello che viveva – come tramandano anche i racconti metafisici di Sohravardi – sull'albero dei semi, l'Albero Tūbā,[1] da cui erano generate le sementi di tutte le piante selvatiche, posizionato accanto all'albero dell'immortalità (secondo alcuni studiosi, l'albero era invece l'albero della scienza, paragonato a Yggdrasill delle leggende scandinave).
Il suo nome deriva dall'avestico Saena Meregha (Saena=Aquila Meregha=Uccello), attraverso il medio-persiano sēnmurw[2][3] dal più antico sēnmuruγ, attestato anche nel medio-persiano Pāzand come sīna-mrū.
Il termine medio-persiano deriva a sua volta dall'avestico mərəγō Saēnō "l'uccello Saēna", originariamente un rapace, come un'aquila, un falcone o uno sparviero, come è possibile dedurre dal sanscrito śyenaḥ ("rapace, aquila, uccello predatore") che appare anche come una figura divina.[1][4]