Sindrome da prolasso valvolare mitralico | |
---|---|
![]() | |
Specialità | cardiologia |
Classificazione e risorse esterne (EN) | |
ICD-9-CM | 394.0 e 424.0 |
OMIM | 157700, 607829 e 610840 |
MeSH | D008945 |
MedlinePlus | 000180 |
eMedicine | 759004 e 155494 |
Sinonimi | |
sindrome di Barlow sindrome del click sistolico sindrome del soffio telesistolico sindrome della valvola mitralica mixomatosa | |
La sindrome da prolasso valvolare mitralico, chiamata anche sindrome di Barlow o sindrome del click sistolico o sindrome del soffio telesistolico[1], è una valvulopatia caratterizzata dallo spostamento di una cuspide, anormalmente ispessita, della valvola mitrale nell'atrio sinistro durante la sistole[2].
Nel 1963 il cardiologo John Brereton Barlow e i suoi collaboratori[3] confermarono, mediante cineangiografia, come certi casi con il click e il soffio fossero dovuti a insufficienza valvolare mitralica[1]. La locuzione «sindrome da prolasso valvolare mitralico» fu coniata da J. Michael Criley nel 1966[4], per poi essere ripresa da altri autori[5][6].
È presente nel 5-10% della popolazione mondiale, generalmente con precisi sintomi ma con basso rischio di complicanze[7]. La sua eziologia può essere di natura degenerativa e abbraccia un ampio spettro di alterazioni infiltrative o displasiche del tessuto mitralico come la fibroelastosi endocardica e la sindrome di Marfan[8].
Il reperto più comune è il prolasso (ovvero la fuoriuscita di un viscere dalla cavità in cui è contenuto, attraverso un'apertura naturale: in questo caso si tratta di un lembo della valvola, che protrude dal ventricolo nell'atrio sinistro) di uno o più segmenti dovuti ad allungamento e/o rottura delle corde tendinee, o a ridotta coaptazione dei lembi da disfunzione anatomo-funzionale dell'apparato mitralico, situazioni che possono portare a insufficienza della valvola[9]. Nei casi più gravi può esitare in insufficienza mitralica severa, o complicarsi con una endocardite[10], o condurre sino all'arresto cardiaco[11], se si innescano aritmie ventricolari maligne[7].