Sindrome metabolica | |
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Specialità | endocrinologia e medicina interna |
Classificazione e risorse esterne (EN) | |
ICD-9-CM | 277.7 |
OMIM | 605552 |
MeSH | D024821 |
MedlinePlus | 007290 |
eMedicine | 165124 |
Sinonimi | |
Sindrome X Sindrome da insulinoresistenza Sindrome di Reaven | |
La sindrome metabolica[1] (detta anche sindrome X, sindrome da insulinoresistenza, sindrome di Reaven)[2] è una situazione clinica nella quale diversi fattori fra loro correlati concorrono ad aumentare la possibilità di sviluppare patologie a carico dell'apparato circolatorio e diabete.[3]
Si distinguono diverse anomalie metaboliche, quali obesità centrale, dislipidemia, resistenza all'insulina, ipertensione arteriosa e disfunzione endoteliale.[4] La sindrome metabolica racchiude un insieme di fattori di rischio cardiovascolare che si intrecciano per creare un singolo fattore di rischio multiplo per la patologia aterosclerotica,[5][6] come risulta anche dal report del National Cholesterol Education Program o NCEP che la associava primariamente agli alti livelli di colesterolo-LDL;[6] solo successivamente, altri studi posero le basi per la ricerca di un comune denominatore alla base dell'eziologia di questo insieme.[7][8]
La prevalenza della sindrome è molto variabile, poiché dipendente dall'età, dal gruppo etnico, dai vari gradi di obesità e dalla predisposizione a sviluppare il diabete mellito di tipo 2.[4][9] Nei paesi occidentali, quali Europa e Stati Uniti d'America, oltre il 35% degli ultracinquantenni soffre di sindrome metabolica, con una maggior presenza delle donne rispetto agli uomini.[4]
L'aumento nella prevalenza dell'obesità nel mondo comporta una crescita degli eventi cardiovascolari e della mortalità a essi correlata: nessun sistema sanitario parrebbe pronto ad affrontare una tale pandemia e a far fronte a questa emergenza sanitaria.[10] La risposta a tale problema è da ricercare nell'informazione corretta e nella promozione del controllo del peso e dell'attività fisica nella popolazione generale, promuovendo campagne di sensibilizzazione e investendo nella medicina preventiva, la sola in grado di aiutare a modificare le abitudini di vita scorrette nei soggetti a rischio e no.[10]