Spettroscopia Raman

Luce emessa dalle molecole di acqua eccitate con una radiazione verde a 514.5 nm di un laser Ar+. I fotoni Stokes rossi, relativi alle vibrazioni di stretching OH a circa 3300 cm-1 sono visibili solo dopo l'inserimento di un filtro che blocca la componente Rayleigh.

La spettroscopia Raman o spettroscopia di scattering Raman è una tecnica di analisi dei materiali basata sul fenomeno di diffusione di una radiazione elettromagnetica monocromatica da parte del campione analizzato. Come fenomeno fu predetto da Adolf Smekal nel 1923[1] mentre le prime osservazioni sperimentali furono fatte quasi contemporaneamente da C.V. Raman e K.S. Krishnan studiando la diffusione di luce nei liquidi[2] e da G. Landsberg and L. Mandelstam in sistemi cristallini.[3] Per queste sue osservazioni, nel 1930 Raman vinse il premio Nobel.[4] La prima trattazione teorica dell'effetto Raman fu invece prodotta da George Placzek nel 1934.[5]

  1. ^ A. Smekal, Naturwiss., vol. 11, n. 873, 1923.
  2. ^ C.V. Raman e K.S. Krishnan, Nature, vol. 121, n. 501, 1928.
  3. ^ G. Landsberg and L. Mandelstam, Naturwiss., vol. 16, 557, 772, 1928.
  4. ^ nobelprize.org, https://www.nobelprize.org/nobel_prizes/physics/laureates/1930/.
    «for his work on the scattering of light and for the discovery of the effect named after him»
  5. ^ G. Placzek, Rayleigh-Streuung and Raman-Effekt, in Handbuch der Radiologie, Leipzig, E. Marx, 1934.

From Wikipedia, the free encyclopedia · View on Wikipedia

Developed by Nelliwinne