Stato maggiore generale tedesco Großer Generalstab | |
---|---|
il quartier generale dello stato maggiore generale tedesco a Berlino in una foto del 1900 | |
Descrizione generale | |
Attivo | 1806 – 1945 |
Nazione | Regno di Prussia Impero tedesco Repubblica di Weimar Germania nazista |
Servizio | Königlich Preußische Armee Deutsches Heer Reichsheer Heer |
Tipo | Stato maggiore |
Guarnigione/QG | Berlino |
Parte di | |
Preußisches Kriegsministerium Reichswehrministerium Oberkommando der Wehrmacht | |
Comandanti | |
Degni di nota | Helmuth Karl Bernhard von Moltke Alfred von Schlieffen Helmuth Johann Ludwig von Moltke Paul von Hindenburg Franz Halder Heinz Guderian |
Voci su unità militari presenti su Wikipedia |
Lo stato maggiore generale tedesco (Großer Generalstab) fu l'organismo decisionale massimo dell'esercito prussiano prima, di quello imperiale tedesco poi, sino alla Wehrmacht e al termine del secondo conflitto mondiale; la sua creazione e il suo rafforzamento diedero alla Germania un deciso vantaggio militare nei confronti degli avversari nell'arco di due secoli.
In senso stretto lo stato maggiore generale era un corpo unico responsabile dello studio continuativo di tutti gli aspetti della guerra, e della redazione e revisione di piani per la mobilitazione e la campagna. Esisteva in maniera non ufficiale già dal 1806, ed ebbe un'istituzione legale nel 1814, primo nella storia.
Lo stato maggiore prussiano godeva di maggiore libertà dal controllo politico rispetto ai suoi contemporanei, e la sua autonomia ricevette forza di legge alla nascita dell'Impero tedesco nel 1871. Fu considerato la casa del militarismo tedesco, e dopo la prima guerra mondiale i vincitori tentarono di sopprimerlo come istituzione; ciononostante sopravvisse e giocò il suo ruolo consueto nel riarmo della Germania nel secondo conflitto mondiale.
Lo stato maggiore prussiano si distingueva per la selezione dei suoi membri in base alla competenza ed al merito, piuttosto che al rango e agli appoggi politici, e per la formazione metodica ed esaustiva che richiedeva: l'istruzione non era concepita solo per escludere i candidati meno abili o poco motivati, ma anche per dar vita ad un organico di militari professionisti accomunati dal metodo e dalla visione, e con una dedizione quasi monastica al proprio lavoro. Gli ufficiali di stato maggiore si alternavano fra i compiti sul campo e quelli al comando, rimanendo comunque parte di questa speciale organizzazione. L'uniforme rispecchiava la distinzione mostrando sui pantaloni una striscia di colore carminio larga il doppio della norma.
Sino alla dissoluzione dell'Impero tedesco, mentre le convenzioni politiche e sociali spesso portavano i nobili o i reali al comando degli eserciti, la responsabilità di pianificare e condurre le operazioni poggiava sugli addestrati ufficiali dello Stato maggiore; per altri eserciti europei che mancavano della professionalità di un corpo di stato maggiore professionale, le stesse convenzioni erano spesso premessa di disastri. Anche l'esercito del Secondo Impero francese, i cui ufficiali superiori raggiunsero probabilmente gli alti gradi come risultato di valore e successo sul campo di battaglia, fu duramente sconfitto in una guerra (la guerra franco-prussiana) che ne mise in luce la poca capacità organizzativa e la carenza di formazione professionale.
Il capo di stato maggiore di una unità prussiana sul campo aveva il diritto di opporsi ai piani o agli ordini del comandante nominale dell'unità, e rivolgersi al comandante superiore, su sino al sovrano: per tali ragioni le vittorie prussiane e tedesche vennero spesso accreditate al capo di stato maggiore, più che al comandante nominale; spesso il comandante era egli stesso membro dello Stato maggiore, veniva comunque riconosciuta istituzionalmente l'importanza non solo della capacità di comando, ma piuttosto del lavoro di squadra, come chiave per il successo, sia per la pianificazione che per la condotta delle operazioni.