La steganografia è una tecnica che si prefigge di nascondere la comunicazione tra due interlocutori. Il termine è composto appunto dalle parole greche στεγανός (coperto) e γραφία (scrittura).
Il primo utilizzo registrato del termine fu nel 1499 da Johannes Trithemius nella sua Steganographia[1], un trattato sulla crittografia e la steganografia, mascherato come un libro sulla magia. L'opera incominciò a circolare in corrispondenze private e suscitò reazioni così allarmate che l'autore decise di non darla alle stampe e ne distrusse addirittura larghe parti, ritenendo che non avrebbero mai dovuto vedere la luce. Continuò comunque a circolare in forma di minuta e fu pubblicata postuma nel 1606[2].
Generalmente, i messaggi nascosti sembrano essere (o fanno parte di) qualcos'altro: immagini, articoli, liste della spesa o un altro testo di copertura. Ad esempio, il messaggio nascosto può essere un inchiostro invisibile tra le linee di una lettera privata. Alcune implementazioni della steganografia che non utilizzano un segreto comune sono forme di security through obscurity, mentre gli schemi steganografici a chiave dipendono dal principio di Kerckhoffs.[3]
La steganografia, a differenza della crittografia, consente di nascondere un messaggio all'interno di un vettore che possa consentirne il trasporto senza destare sospetti.
La steganografia comprende l'occultamento di informazioni all'interno di file di computer. Nella steganografia digitale, le comunicazioni elettroniche possono includere la codifica steganografica all'interno di un livello di trasporto, ad esempio un file di documento, un file di immagine, un programma o un protocollo. I file multimediali sono ideali per la trasmissione steganografica a causa della loro grande dimensione. Ad esempio, un mittente potrebbe inviare un file di immagine innocuo e regolare il colore di un pixel ogni cento per farlo corrispondere a un carattere alfabetico. La modifica è così lieve che è improbabile che qualcuno la noti, a meno che non la stia cercando in modo specifico.