Steve Reich

Steve Reich nel 2006
Premio Pulitzer Premio Pulitzer nel 2009
Premio Premio Imperiale 2006

Stephen Michael Reich, detto Steve (New York, 3 ottobre 1936), è un compositore statunitense, noto per essere stato uno dei pionieri del minimalismo musicale dalla metà alla fine degli anni sessanta[1][2][3].

Il lavoro di Reich è caratterizzato dall'uso di frasi musicali ripetitive, lenti ritmi armonici e canoni. Reich esplicò questo concetto nel suo saggio, Music as a Gradual Process affermando, "sono interessato ai processi percepibili. Voglio essere in grado di ascoltare il processo in atto lungo il corso dell'esecuzione musicale". A tal proposito, i suoi lavori giovanili sperimentano il defasamento, una tecnica che prevede che una o più frasi musicali ripetitive vengano eseguite a un ritmo diverso rispetto alle altre, portandole a defasarsi. Questo crea nuovi pattern musicali attraverso un processo che è contemporaneamente udibile in maniera chiara[4].

Altre sue innovazioni includono l'utilizzo di tape loops per comporre patterns sincronizzati, come nelle composizioni giovanili It's Gonna Rain (1965) e Come Out (1966), e l'uso di una sintassi musicale che pone il processo al centro dello sviluppo musicale, come in Pendulum Music (1968) e Four Organs (1970). Lavori come Drumming (1971) e Music for 18 Musicians (1976), entrambi riconosciuti come dei punti di riferimento del minimalismo e importanti influenze per la musica sperimentale, il rock e la musica elettronica, hanno favorito il riconoscimento del minimalismo come nuovo movimento musicale[5].

Lo stile compositivo di Reich ha influenzato molti artisti e gruppi musicali contemporanei, specialmente nei Paesi anglofoni. Secondo il critico musicale Andrew Clements del The Guardian, Steve Reich è "uno dei pochi compositori che può affermare di aver cambiato la direzione della storia della musica"; Il New York Times lo colloca "...tra i più grandi compositori del secolo"; The New Yorker parla di lui come «...il pensatore musicale più originale del nostro tempo»; e, The Village Voice, lo definisce semplicemente "...il più grande compositore americano vivente"[6].

Nel 2006 Steve Reich è stato insignito del prestigioso Premio Imperiale e nel 2007 del Polar Music Prize per "una nuova concezione della musica, supportata dall'uso di elementi realistici, legati alla vita quotidiana, ed elementi della musica tradizionale dell'Africa e dell'Asia" Reich "ha aperto nuove strade, creando un dialogo tra cultura popolare e cultura colta, tra modernità occidentale e tradizioni extraeuropee, realizzando una felice combinazione di complessità e trasparenza".

Nel 2014 gli è stato assegnato dalla Biennale Musica di Venezia il Leone d'oro alla carriera, al proposito del quale ha detto: "Questo premio è il segno del cambiamento delle cose; doveva arrivare prima, ma meglio tardi che mai"[7] (in relazione al fatto che fosse il primo compositore "minimalista" a ottenere il riconoscimento).

  1. ^ Mertens, W. (1983), American Minimal Music, Kahn & Averill, London, (p. 11).
  2. ^ Michael Nyman, writing in the preface of Mertens' book refers to the style as "so called minimal music"Template:Vague (Mertens p. 8).
  3. ^ "The term 'minimal music' is generally used to describe a style of music that developed in America in the late 1960s and 1970s; and that was initially connected with the composers La Monte Young, Terry Riley, Steve Reich, and Philip Glass." Sitsky, L. (2002), Music of the Twentieth-century Avant-garde: A Biocritical Sourcebook,Greenwood Press, Westport, Connecticut. (p. 361)
  4. ^ Justin Colannino, Francisco Gómez e Godfried T. Toussaint, Analysis of Emergent Beat-Class Sets in Steve Reich's 'Clapping Music' and the Yoruba Bell Timeline, in Perspectives of New Music, vol. 47, n. 1, 2009, pp. 111–134, ISSN 0031-6016 (WC · ACNP), JSTOR 25652402.
  5. ^ [(EN) Steve Reich, su AllMusic, All Media Network.
  6. ^ «There’s just a handful of living composers who can legitimately claim to have altered the direction of musical history and Steve Reich is one of them». (The Guardian); «...among the great composers of the century.» (The New York Times); «...the most original musical thinker of our time.» (The New Yorker; «...America's greatest living composer.» (The Village Voice). Esempi tratti dalla pagina personale di Steve Reich presso Boosey & Hawkes, disponibile su: [http:/ /www .boosey.com/pages/cr/composer/composer_main.asp?composerid=2781&ttype=BIOGRAPHY&ttitle=Biografia].
  7. ^ Da un'intervista con Federico Capitoni sull'Espresso n. 35 del 2014 (p. 78).

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