Stephen Michael Reich, detto Steve (New York, 3 ottobre 1936), è un compositore statunitense, noto per essere stato uno dei pionieri del minimalismo musicale dalla metà alla fine degli anni sessanta[1][2][3].
Il lavoro di Reich è caratterizzato dall'uso di frasi musicali ripetitive, lenti ritmi armonici e canoni. Reich esplicò questo concetto nel suo saggio, Music as a Gradual Process affermando, "sono interessato ai processi percepibili. Voglio essere in grado di ascoltare il processo in atto lungo il corso dell'esecuzione musicale". A tal proposito, i suoi lavori giovanili sperimentano il defasamento, una tecnica che prevede che una o più frasi musicali ripetitive vengano eseguite a un ritmo diverso rispetto alle altre, portandole a defasarsi. Questo crea nuovi pattern musicali attraverso un processo che è contemporaneamente udibile in maniera chiara[4].
Altre sue innovazioni includono l'utilizzo di tape loops per comporre patterns sincronizzati, come nelle composizioni giovanili It's Gonna Rain (1965) e Come Out (1966), e l'uso di una sintassi musicale che pone il processo al centro dello sviluppo musicale, come in Pendulum Music (1968) e Four Organs (1970). Lavori come Drumming (1971) e Music for 18 Musicians (1976), entrambi riconosciuti come dei punti di riferimento del minimalismo e importanti influenze per la musica sperimentale, il rock e la musica elettronica, hanno favorito il riconoscimento del minimalismo come nuovo movimento musicale[5].
Lo stile compositivo di Reich ha influenzato molti artisti e gruppi musicali contemporanei, specialmente nei Paesi anglofoni. Secondo il critico musicale Andrew Clements del The Guardian, Steve Reich è "uno dei pochi compositori che può affermare di aver cambiato la direzione della storia della musica"; Il New York Times lo colloca "...tra i più grandi compositori del secolo"; The New Yorker parla di lui come «...il pensatore musicale più originale del nostro tempo»; e, The Village Voice, lo definisce semplicemente "...il più grande compositore americano vivente"[6].
Nel 2006 Steve Reich è stato insignito del prestigioso Premio Imperiale e nel 2007 del Polar Music Prize per "una nuova concezione della musica, supportata dall'uso di elementi realistici, legati alla vita quotidiana, ed elementi della musica tradizionale dell'Africa e dell'Asia" Reich "ha aperto nuove strade, creando un dialogo tra cultura popolare e cultura colta, tra modernità occidentale e tradizioni extraeuropee, realizzando una felice combinazione di complessità e trasparenza".
Nel 2014 gli è stato assegnato dalla Biennale Musica di Venezia il Leone d'oro alla carriera, al proposito del quale ha detto: "Questo premio è il segno del cambiamento delle cose; doveva arrivare prima, ma meglio tardi che mai"[7] (in relazione al fatto che fosse il primo compositore "minimalista" a ottenere il riconoscimento).