La storia antica dello Yemen (Arabia meridionale) è particolarmente rilevante perché lo Yemen è uno dei più antichi centri di civiltà del Vicino Oriente e del mondo intero.[1] Le sue terre relativamente fertili, un adeguato regime delle piogge in un ambiente climatico relativamente umido hanno contribuito fortemente all'insediamento stabile di popolazioni: fattori questi riconosciuti dall'antico geografo greco Tolomeo, che descrisse lo Yemen definendolo Eudaimon Arabia (espressione tradotta in latino Arabia Felix) cioè Arabia Fortunata o Arabia Felice.[2]
Fra l'VIII secolo a.C. e il VI secolo della nostra era, esso fu dominato da sei successive culture, rivali fra loro o talvolta alleate, tutte specializzate nei traffici carovanieri verso la Siria e la Mesopotamia (in cui commerciavano aromata quali l'incenso, la mirra e una vasta serie di spezie ma anche verso l'India, da cui portavano metalli e pietre preziose, sete e armi forgiate in un tipo d'acciaio ad alto contenuto tecnologico: Ma'in, Qataban, Hadramawt, Awsan, Saba e, nei primi secoli della nostra era Himyar (o neo-sabei).[3]
Quando l'Islam arrivò nel 630, lo Yemen divenne parte fondamentale della neonata cultura islamica.