Strage di Bologna attentato | |
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L'ala ovest della stazione di Bologna Centrale, crollata a seguito dell'esplosione dell'ordigno che causò la strage. | |
Tipo | Attentato dinamitardo |
Data | 2 agosto 1980 10:25 (UTC+2) |
Luogo | Stazione di Bologna Centrale |
Stato | Italia |
Regione | Emilia-Romagna |
Comune | Bologna |
Coordinate | 44°30′21″N 11°20′33″E |
Arma | Bomba |
Responsabili |
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Motivazione |
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Conseguenze | |
Morti | 85 |
Feriti | 200 |
Mappa di localizzazione | |
La strage di Bologna è un attentato di matrice neofascista[6] avvenuto alle 10:25 di sabato 2 agosto 1980 alla stazione Centrale di Bologna, in Italia. Un ordigno, posto nella sala d'aspetto di seconda classe, esplose provocando la morte di 85 persone e il ferimento di oltre 200.[7] Si tratta del più grave attentato terroristico commesso nel Paese nel secondo dopoguerra, da molti indicato come l'atto culminante della strategia della tensione.[8][9]
Fu l'ultima e più grave strage compiuta durante gli anni di piombo, fra le quali si ricordano la strage di piazza Fontana del 12 dicembre 1969, quella di piazza della Loggia del 28 maggio 1974 e la strage del treno Italicus del 4 agosto 1974.[10]
Le indagini si indirizzarono quasi subito sulla pista neofascista; ma solo dopo un lungo iter giudiziario e numerosi depistaggi — per i quali furono condannati Licio Gelli, Pietro Musumeci, Giuseppe Belmonte e Francesco Pazienza — la sentenza finale del 1995 condannò Valerio Fioravanti e Francesca Mambro «come appartenenti alla banda armata che ha organizzato e realizzato l'attentato di Bologna» e per aver «fatto parte del gruppo che sicuramente quell'atto aveva organizzato». Nel 2007 si aggiunse la condanna di Luigi Ciavardini, minorenne all'epoca dei fatti,[8][11] e nel 2020 quella di Gilberto Cavallini.[12]
A lungo i mandanti della strage rimasero sconosciuti, sebbene fossero stati rilevati collegamenti con la criminalità organizzata e i servizi segreti deviati.[7][13][14] Negli anni 2020 l'inchiesta della Procura generale di Bologna e le successive sentenze hanno concluso che Paolo Bellini (ex Avanguardia Nazionale), esecutore insieme agli ex NAR già condannati in precedenza, avrebbe agito in concorso con Licio Gelli, Umberto Ortolani, Federico Umberto D'Amato e Mario Tedeschi, individuati quali mandanti, finanziatori o organizzatori.[5]
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: non è stato indicato alcun testo per il marcatore Sky TG24 chiuse le indagini