Strage di piazza della Loggia attentato | |
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I primi soccorsi alle vittime dopo l'attentato | |
Tipo | Attentato dinamitardo |
Data | 28 maggio 1974 10:12 (UTC+2) |
Luogo | Piazza della Loggia |
Stato | Italia |
Regione | Lombardia |
Comune | Brescia |
Coordinate | 45°32′22.88″N 10°13′13.89″E |
Arma | Bomba |
Responsabili | Ordine Nuovo
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Motivazione |
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Conseguenze | |
Morti | 8 |
Feriti | 104 |
Mappa di localizzazione | |
La strage di piazza della Loggia è stato un attentato terroristico di matrice neofascista con collaborazioni da parte di membri dello Stato italiano dell'epoca, servizi segreti ed altre organizzazioni, compiuto il 28 maggio 1974 a Brescia, nella centrale piazza della Loggia: una bomba nascosta in un cestino portarifiuti fu fatta esplodere mentre era in corso una manifestazione contro il terrorismo neofascista, provocando la morte di otto persone e il ferimento di altre centodue. Un'altra persona morirà in seguito alle ferite molto tempo dopo, portando a 9 il numero totale dei decessi.[2]
Dopo molti anni di indagini, depistaggi e processi, furono riconosciuti colpevoli e condannati in via definitiva alcuni membri del gruppo neofascista Ordine Nuovo: quali esecutori materiali furono riconosciuti Maurizio Tramonte (condannato in appello, in qualità di "fonte Tritone" dei Servizi Segreti Italiani), assieme ai già detenuti Carlo Digilio (addetto agli esplosivi) e Marcello Soffiati (che trasportò l'ordigno); come mandante fu condannato, in appello, il dirigente ordinovista Carlo Maria Maggi. Gli altri imputati, tra cui Delfo Zorzi, il generale Francesco Delfino e l'ex segretario del MSI e fondatore del Centro Studi Ordine Nuovo Pino Rauti, furono assolti.
È considerato uno degli attentati più gravi degli anni di piombo, assieme alla strage di piazza Fontana del 12 dicembre 1969 (17 morti), alla strage del treno Italicus del 4 agosto 1974 (12 morti) e alla strage di Bologna del 2 agosto 1980 (85 morti).