Stretching (pronuncia inglese: [ˈstɹɛtʃɪŋ]; pronuncia italiana; /ˈstrɛʧʧin(ɡ)/[1]) è un termine della lingua inglese (che significa «allungamento, stiramento») usato nella pratica sportiva per indicare un insieme di esercizi finalizzati al miglioramento della flessibilità muscolare, sia come complemento ad altri sport sia come attività fisica autonoma.
Gli esercizi di stretching coinvolgono muscoli, tendini, ossa e articolazioni ed in gran parte consistono in movimenti di allungamento muscolare.
Sebbene molto diffuso, anche come pratica autonoma, lo stretching è considerato un esercizio controverso[2]: benefici e utilità sono molto dibattuti e perfino negati da alcuni esperti e studiosi di medicina sportiva, mentre la sua pratica è potenzialmente dannosa se non eseguita in maniera corretta e costante[3][4][5].
«I benefici reali dello stretching in generale sono ancora oggi molto dibattuti. Il problema di fondo è soprattutto che lo stretching è la specialità più 'fai-da-te' che esista e si sbaglia molto spesso ad eseguire correttamente gli esercizi di allungamento, che prevedono delle fasi di stiramento precise. Lo stretching, bene eseguito, va fatto solo dopo qualche minuto di riscaldamento e non a freddo. Va inoltre eseguito prima e dopo l’allenamento e va svolto in modo costante, altrimenti rischia di essere effettivamente dannoso. (Attilio Parisi, docente di medicina sportiva all'Università degli Studi di Roma "Foro Italico")»