Teodoro di Amasea

San Teodoro di Amasea
Teodoro di Amasea raffigurato su un'icona
 

Martire

 
NascitaIII secolo
MorteAmasea, 17 febbraio 306
Venerato daChiesa cattolica, Chiese ortodosse
Ricorrenza17 febbraio

Teodoro di Amasea, noto anche come Teodoro Tiro o Tirone (dal greco Tyron = soldato) (III secoloAmasea, 17 febbraio 306), era un soldato dell'esercito romano nel Ponto, originario dell'Oriente, che subì il martirio per la fede in Cristo. Considerato santo dalla Chiesa cattolica e dalle Chiese orientali, ebbe nel Medioevo un culto assai vasto, legato a un noto panegirico pronunciato da Gregorio di Nissa e poi al suo patronato sui militari, soldati e reclute. Venezia lo ebbe come santo protettore, poi affiancato da san Marco quando le reliquie del martire furono trasportate dall'Oriente a Brindisi (città di cui è tuttora patrono).

Nel IX secolo con la prima testimonianza dello scrittore bizantino Niceta il Paflagone, comparve il culto un altro santo Teodoro soldato, questo volta generale, conosciuto come Teodoro di Eraclea o anche come Teodoro Stratelate (dal greco Stratēlatēs = generale)[1]. A Venezia, dove Teodoro era il primo patrono le due personalità apparivano fuse. Tuttavia fino alla pubblicazione del nuovo Martirologio Romano nel 2001 in occidente erano celebrate due date distinte: il 7 febbraio Teodoro di Eraclea e il 9 novembre la nascita di Teodoro di Amasea[2], poi ridotte all'unica celebrazione del martirio di Teodoro di Amasea il 17 febbraio[3].

  1. ^ Agostino Amors, TEODORO, soldato, santo, martire ad Amasea., in Bibliotheca Sanctorum, vol. 12 Stefano-Zuraire, Roma, Pontificia Università Laterenense, 1969, coll. 240-241.
  2. ^ Martirologio Romano – Pubblicato per ordine del Sommo Pontefice Gregorio XIII riveduto per autorità di Urbano VIII e Clemente X aumentato e corretto nel MDCCXLIX da Benedetto XIV, Roma, Libreria Editrice Vaticana, 1955, pp. 35, 291.
  3. ^ Conferenza Episcopale Italiana, Martirologio Romano – Riformulato a norma dei decreti del Concilio Vaticano II e promulgato da Papa Giovanni Paolo II, Libreria Editrice Vaticana, 2004, p. 207, ISBN 978-88-209-7925-6.

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