Tigri Tamil

Tigri per la liberazione della patria Tamil
Bandiera delle Tigri Tamil
Attivamaggio 1976 - maggio 2009
NazioneSri Lanka (bandiera) Sri Lanka
ContestoSri Lanka settentrionale
IdeologiaNazionalismo Tamil
Socialismo rivoluzionario
Componenti
FondatoriVelupillai Prabhakaran
Attività
Azioni principaliGuerra civile in Sri Lanka
Attacco di Thirunelveli
Massacro di Aranthalawa

Le Tigri per la liberazione della patria Tamil (Tamil: தமிழீழ விடுதலைப் புலிகள், ISO 15919: tamiḻ iiḻa viṭutalaip pulikaḷ), comunemente conosciute come Tigri Tamil o LTTE (acronimo di Liberation Tigers of Tamil Eelam), è stata un'organizzazione paramilitare di stampo terroristico,[1] di ideologia nazionalista tamil e socialista rivoluzionaria, presente nella zona nordorientale dello Sri Lanka. Fondato nel maggio 1976 da Velupillai Prabhakaran, il gruppo ha condotto una violenta campagna secessionista contro il governo dello Sri Lanka dal 1970, al fine di creare uno Stato sovrano socialista Tamil nel nord e nell'est dello Sri Lanka (ex Ceylon), conosciuto come Tamil Eelam.[2][3][4] Ciò ha portato allo scoppio della guerra civile nello Sri Lanka, che iniziò nel 1983 e terminò nel 2009, quando le Tigri furono definitivamente sconfitte dall'esercito singalese durante la presidenza di Mahinda Rajapaksa.

A causa delle sue vittorie militari, politiche, la chiamata all'autodeterminazione nazionale e la presenza di una base nazionalista fra i Tamil, l'LTTE fu sostenuto dalla maggior parte della comunità Tamil.[5]

All'apice della sua potenza, le Tigri possedevano una milizia ben addestrata e sviluppata, e avevano portato a termine molti attacchi di alto profilo, inclusi gli omicidi di numerosi politici di alto rango singalesi e indiani. Le Tigri sono l'unico gruppo militante ad aver ucciso due leader mondiali: il Primo Ministro indiano Rajiv Gandhi nel 1991, e il Presidente singalese Ranasinghe Premadasa nel 1993.[5][6][7] Le Tigri inventarono la cintura esplosiva, e furono i primi ad usare le donne come attentatrici suicide, diventando pionieri dell'uso di questa tattica. In alcuni attacchi riuscirono anche ad acquisire alcuni aerei leggeri.[8] L'LTTE è attualmente designato come un'organizzazione terroristica da 32 paesi, inclusa l'Unione Europea, gli Stati Uniti e l'India, ma ha il supporto della maggior parte della comunità Tamil residente nello Stato indiano del Tamil Nadu.[9] Velupillai Prabhakaran guidò l'organizzazione dalla sua fondazione sino alla sua morte, avvenuta nel 2009.[10]

Gli storici squilibri inter-etnici fra la maggioranza Singalese e la minoranza Tamil vengono additati come causa della creazione della base culturale sulla quale si originarono le Tigri. I governi successivi all'indipendenza dello Sri Lanka tentarono di rettificare lo sproporzionato favoreggiamento nei confronti della popolazione tamil attuato dai dominatori coloniali.[5][11] Ciò portò all'adozione di alcune politiche etniche discriminatorie, come il "Sinhala Only Act", e all'ascesa di ideologie separatiste fra molti leader tamil. Negli anni Settanta, l'iniziale lotta politica non violenta per la creazione di uno Stato a base etnica tamil fu usata come giustificazione della ribellione violenta portata avanti dalle Tigri.[5][11] Nel corso del conflitto, le Tigri e l'esercito singalese si sono alternati nel controllo della regione nordorientale dell'isola, e furono coinvolte in quattro tentativi di pace, senza successo. Al suo apice, nel 2000, le Tigri controllavano il 76% dei territori delle province orientali e settentrionali dello Sri Lanka.

Quando iniziarono gli ultimi colloqui di pace nel 2002, le Tigri controllavano un'area di 15000 km². Dopo la rottura del processo di pace nel 2006, l'esercito singalese lanciò una massiccia offensiva contro le Tigri, sconfiggendole militarmente e riportando l'intero paese sotto il proprio controllo. La vittoria fu dichiarata ufficialmente dal presidente singalese Mahinda Rajapaksa il 16 maggio 2009,[12] e le Tigri ammisero la sconfitta il giorno seguente.[13] Lo storico leader del gruppo fu ucciso dalle forze governative il 19 maggio dello stesso anno. Nei giorni seguenti tutti gli ufficiali ribelli furono arrestati e processati, mentre il gruppo venne sciolto. Selvarasa Pathmanathan successe a Prabhakaran come leader delle Tigri, ma fu successivamente arrestato in Malaysia ed estradato in Sri Lanka nell'agosto del 2009.

  1. ^ VIMAL TIRIMANNA, Fare etica in un contesto di violenza e agitazione politica: il ruolo dei media occidentali della prospettiva dello Sri Lanka in "Etica teologica nelle correnti della storia", Vicenzo Viva, Gabriel Witaszek (edd.), LATERAN UNIVERSITY PRESS, p. 135.
  2. ^ International Peace Academy, The Political Economy of Armed Conflict: Beyond Greed and Grievance, Lynne Rienner Publishers, 2003, ISBN 978-1-58826-172-4.
  3. ^ Sharika Thiranagama, In My Mother's House: Civil War in Sri Lanka, University of Pennsylvania Press, 2011, ISBN 978-0-8122-0511-4.
  4. ^ Kjell-Åke Nordquist, Gods and Arms: On Religion and Armed Conflict, Casemate Publishers, 2013, ISBN 978-0-7188-9316-3.
  5. ^ a b c d A. Jeyaratnam Wilson, Sri Lankan Tamil Nationalism:Its Origins and Development in the Nineteenth and Twentieth Centuries, UBC Press, 2000, ISBN 1-85065-338-0, OCLC 237448732.
  6. ^ Zoran Pavlović, Terrorism and Security, Infobase Publishing, 2009, ISBN 1-4381-2780-4.
  7. ^ (EN) Ethnic cleansing: Colombo, in The Hindu, 13 aprile 2007.
  8. ^ Sri Lanka rebels in new air raid, su BBC News, 29 aprile 2007.
  9. ^ Majority in Tamil Nadu favours backing LTTE: Poll, in Silicon India News, 1º aprile 2009.
  10. ^ (EN) Mark Tran, Prabhakaran's death and fall of LTTE lead to street celebrations in Sri Lanka, in The Guardian, 18 maggio 2009.
  11. ^ a b Robert Picciotto e Rachel Weaving, Security and Development: Investing in Peace and Prosperity, Psychology Press, 2006, ISBN 0-415-35364-5.
  12. ^ President to announce end of war, su Sunday Times, 17 maggio 2009.
  13. ^ Tamil Tigers admit defeat in civil war after 37-year battle, su News.com, 19 maggio 2009 (archiviato dall'url originale il 19 maggio 2009).

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