In astronautica e in ingegneria aerospaziale, il trasferimento alla Hohmann ideato nel 1925 rappresenta una manovra orbitale che permette a un satellite artificiale di trasferirsi da un'orbita circolare a una seconda orbita circolare complanare e confocale alla prima. Questa manovra è monoellittica bitangente: monoellittica in quanto nel trasferimento si percorre una semiellisse, e bitangente in quanto l'ellisse è tangente sia all'orbita iniziale che a quella finale, nei suoi punti absidali.
Il trasferimento alla Hohmann è il trasferimento con il più basso consumo di delta-v se il rapporto tra ed è minore o uguale a 12, dove è il raggio dell'orbita circolare iniziale ed è il raggio dell'orbita circolare finale; altrimenti è più conveniente un trasferimento biellittico bitangente.
Il suo tipico utilizzo è quello che porta un satellite da una orbita terrestre bassa a una geostazionaria. La manovra si compie in circa 5 ore, ed è chiamata trasferimento in orbita geostazionaria (GTO).
Sia l'orbita iniziale che quella finale sono circolari, mentre quella che permette il trasferimento è un'orbita ellittica, complanare e confocale alle due circolari, che è tangente alle stesse. Nel caso del trasferimento GTO, con un primo delta-v positivo il satellite si posiziona istantaneamente al perigeo dell'orbita ellittica, mentre con un secondo delta-v positivo dato all'apogeo dell'orbita di trasferimento ellittica (punto 3 della figura) viene circolarizzata l'orbita.