Con tratta araba degli schiavi, o tratta araba, si indica il commercio e la deportazione di schiavi per mano di mercanti arabi.[1] Vittime della tratta, nel corso di tredici secoli, dal VII al XIX, furono soprattutto gli abitanti dell'Africa subsahariana (da 14 milioni[2] a 17 milioni di persone[3]) e quelli d'Europa (oltre 1,2 milioni solo dall'Europa occidentale[4] oltre agli schiavi provenienti dall'Europa orientale).[5]
Il commercio si è concentrato principalmente sugli itinerari posti tra l'Africa subsahariana, il Medio Oriente e l'Africa settentrionale.[6] A differenza della tratta atlantica nel Nuovo Mondo, gli Arabi deportarono schiavi africani nel mondo islamico, che al suo apice si estendeva su tre continenti dall'Atlantico (Marocco, Spagna) all'Oceano Indiano (India, Indonesia).
La deportazione degli africani da parte degli arabi diminuì sensibilmente a partire dall'inizio del XX secolo, anche in seguito all'abolizione della schiavitù in molti Stati.[7][8][9]