Triossido di diazoto

Triossido di diazoto
Nome IUPAC
trioxido-1κ2O,2κO-dinitrogen(N—N)
Nomi alternativi
anidride nitrosa, ossido di azoto(III)
sesquiossido di azoto (arcaico)
Caratteristiche generali
Formula bruta o molecolareN2O3
Aspettosolido o liquido blu
Numero CAS10544-73-7
Numero EINECS234-128-5
PubChem61526
SMILES
N(=O)[N+](=O)[O-]
Proprietà chimico-fisiche
Densità (g/cm3, in c.s.)1,447
Solubilità in acquareagisce
Temperatura di fusione-100,7 °C (172,5 K)
Temperatura di ebollizione~ 3,5 °C (~ 276,6 K)
(con dissociazione)
Indicazioni di sicurezza
Simboli di rischio chimico
Tossico

Il triossido di diazoto,[1] nome sistematico ossido di azoto(III) e noto come anidride nitrosa in nomenclatura tradizionale,[2] è un ossido dell'azoto di formula molecolare N2O3 in cui N è allo stato di ossidazione +3 (medio[3]). La sua formula semistrutturale è ON−N(O)2, dove un atomo di azoto è +2 e l'altro +4. Nonostante questa insolita struttura, formalmente è l'anidride dell'acido nitroso,[4] ma si mostra esserlo anche di fatto (vide infra). Questa forma molecolare vale nella condizione più stabile per questo composto, che si ha a basse temperature, sia allo stato solido che in parte allo stato liquido (punto di fusione -100,7 °C, punto di ebollizione ~ 3,5 °C), entrambi di colore azzurro.[5]

Già in parte allo stato liquido, infatti, ma specialmente allo stato di vapore si instaura un equilibrio di dissociazione in monossido di azoto e biossido di azoto e il grado di dissociazione aumenta all'aumentare della temperatura:

[ ΔHr° = +40,5 kJ/mol; ΔGr° = -1,59 kJ/mol; T = 25 °C; Keq = 1,91 atm ][6]

La dissociazione e quindi la formazione dei prodotti inizia ad essere apprezzabile a partire da circa -30 °C.[7]

  1. ^ dinitrogen trioxide (CHEBI:29799), su ebi.ac.uk. URL consultato il 16 febbraio 2024.
  2. ^ (EN) Dario A. Vitturi, Lucia Minarrieta e Sonia R. Salvatore, Convergence of biological nitration and nitrosation via symmetrical nitrous anhydride, in Nature Chemical Biology, vol. 11, n. 7, 2015-07, pp. 504–510, DOI:10.1038/nchembio.1814. URL consultato il 16 febbraio 2024.
  3. ^ Al quale numero di ossidazione fa riferimento il nome sistematico.
  4. ^ (DE) Ralf Steudel, Chemie der Nichtmetalle, 4ª ed., Walter de Gruyter GmbH, 2014, p. 366, DOI:10.1515/9783110307979.
  5. ^ Greenwood&Earnshaw p. 444
  6. ^ Greenwood&Earnshaw p. 454
  7. ^ (DE) Michael Binnewies, Maik Finze e Manfred Jäckel, Allgemeine und anorganische Chemie, collana Lehrbuch, 3ª ed., Springer Spektrum, 2016, p. 566, DOI:10.1007/978-3-662-45067-3, ISBN 978-3-662-45066-6. URL consultato il 15 febbraio 2024.

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