Trump Entrepreneur Initiative | |
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Stato | ![]() |
Forma societaria | Limited liability company |
Fondazione | 2004 a New York |
Fondata da | Donald Trump |
Chiusura | 2017 (fallimento) |
Sede principale | New York |
Gruppo | Trump Organization |
Settore | Educazione |
La Trump Entrepreneur Initiative (conosciuta anche come Trump University e Trump Wealth Institute) è stata un'azienda attiva nel settore dell'educazione privata che ha tenuto corsi di preparazione per immobiliaristi dal 2005 al 2010, quando chiuse anche a causa delle molte cause giudiziarie intentate nei suoi confronti. L'azienda era sotto la proprietà e la gestione della Trump Organization mentre un'altra compagnia, chiamata Trump Institute, operava sotto licenza della Trump University ma non era posseduta dalla Trump Organization. L'azienda, che era stata fondata nel 2004 dal futuro Presidente degli Stati Uniti d'America, Donald Trump e dai suoi soci, Michael Sexton e Jonathan Spitalny, offriva corsi in compravendita e gestione di immobili, gestione patrimoniale, strategia d'impresa e creazione di ricchezza.[1]
L'organizzazione non figurava comunque tra le università o i college accreditati negli Stati Uniti d'America e non conferiva ai suoi studenti né crediti, né titoli di studio universitari, né forniva valutazioni di essi.[2]
Nel 2011 la compagnia fu messa sotto accusa dall'ufficio del procuratore generale di New York per pratiche commerciali illegali e finì quindi per questo sotto processo nel 2013. La Trump Entrepreneur Initiative è stata anche oggetto di due azioni collettive presso la corte federale. Le cause vertevano sulle accuse rivolte alla Trump University di frodare i propri studenti utilizzando pratiche di marketing ingannevoli e portando avanti tattiche di vendita aggressive.
Sia la compagnia che le cause in cui era coinvolta furono oggetto di rinnovato interesse a causa della campagna elettorale per le elezioni presidenziali del 2016 di Donald Trump. Nonostante avesse più volte ripetuto che non avrebbe mai patteggiato, nel novembre del 2016, dopo essere stato eletto presidente, l'imprenditore cedette e patteggiò per risolvere le cause per un totale di 25 milioni di dollari.[3]