Unus mundus

«Per Unus mundus G. Dorn intende il mondo potenziale del primo giorno della creazione dove nulla esiste ancora in actu, cioè tra i Due e la pluralità, ma solamente nell'Uno. L'unità dell'uomo [...] significa ugualmente per Dorn la possibilità di produrre anche l'unità col mondo, non con la realtà multipla che vediamo, ma con un mondo potenziale che corrisponde al fondamento eterno di tutta l'esistenza empirica, tutto come se stesso e il fondamento e della sorgente originaria della personalità che comprende quest'ultimo nel passato, nel presente e nel futuro.»

Unus mundus, frase latina per "un mondo", è il concetto di una realtà unitaria di base da cui tutto emerge e per cui tutto ritorna.

L'idea è stata resa popolare nel XX secolo dallo psicoanalista svizzero Carl Gustav Jung, anche se il termine può essere fatto risalire agli scolastici, come Duns Scoto[1] ed è stato ripreso nel XVI secolo da Gerhard Dorn, un allievo del famoso alchimista Paracelso. Il concetto risale al mito della caverna di Platone.[2]

  1. ^ C. G. Jung ed, Man and his Symbols (1978) p. 402
  2. ^ L. Hinton III, Introduction: Fragmentation of the Unus Mundus, in Journal of Analytical Psychology, vol. 56, n. 3, 2011, pp. 375–380, DOI:10.1111/j.1468-5922.2011.01915_1.x, PMID 21675983.

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