Urbanistica di Ferrara | |
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Mura di Ferrara, Rampari di Belfiore. | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Città | Ferrara |
Informazioni generali | |
Tipo | urbanistica |
Mappa | |
L'urbanistica di Ferrara riguarda la trasformazione che ha interessato la città estense sul piano dell'architettura e della viabilità nelle diverse epoche storiche. L'urbanistica territoriale specifica è diventata col trascorrere dei secoli oggetto di una sempre più precisa pianificazione organica.
Un aspetto fondamentale da tenere presente affrontando la nascita, la crescita e le mutazioni che si sono succedute nel tempo ed hanno riguardato l'intero tessuto urbano è la sua cinta muraria. Le mura di Ferrara hanno visto, sin dal primo tempo della sua fondazione, l'evoluzione da un castrum fortificato, ad una città lineare, ad una città in fase di crescita anche verso nord sino ad arrivare alla definizione di un sistema di difese cittadine che è rimasto sostanzialmente inalterato nella sua estensione territoriale per numerosi secoli.
Questo sistema murario ha contribuito a farla definire la prima città moderna d'Europa e ha fatto ottenere nel 1995 l'inserimento di Ferrara fra i Patrimoni dell'umanità da parte dell'UNESCO.
La storia di Ferrara ebbe inizio in l'epoca medievale col trasferimento dalla sede vescovile di Voghenza. Voghenza in epoca romana era una piccola cittadina sul ramo principale del Po con economia essenzialmente agricola e legata anche al piccolo commercio legato alle vie fluviali. I traffici col tempo aumentarono, iniziarono le prime bonifiche e non lontano da Voghenza vennero costruite strade come la via Popilia, la via Annia e la via Emilia.
La città nacque come piccolo castrum bizantino su un'isola formata dai due rami del Po, il Volano e il Primaro. Il primo insediamento fu Ferrariola (in seguito Borgo San Giorgio) e la nuova sede vescovile divenne la basilica di San Giorgio fuori le mura. Dall'isola di San Giorgio la popolazione lentamente si spostò sulle sponde settentrionali del Po. Qui sorsero le prime costruzioni significative (ospedale San Maurelio e Porta Romana). Il corso del Po allora corrispondeva grossomodo alle recenti via Ripagrande e via Carlo Mayr.
Dopo la fase medievale il periodo rinascimentale fu quello che segnò in modo marcato Ferrara, e l'anno di riferimento fondamentale fu il 1492, anno col quale si fa iniziare la maggiore opera urbanistica storica, l'Addizione Erculea, che disegnò la nuova Ferrara per volontà del duca Ercole I d'Este e dell'architetto di corte Biagio Rossetti.
Da quel momento il tessuto urbano si può suddividere nettamente in due parti, e la linea di separazione ancora esistente è rappresentata dall'asse viario costituito da Corso della Giovecca e da viale Cavour. Nella parte meridionale è collocata l'antica città medioevale con i suoi principali monumenti, il Castello Estense e la cattedrale di San Giorgio. Accanto a questi alcuni dei punti di riferimento ed oggetto di interesse turistico come piazza Trento e Trieste, via delle Volte e, leggermente a sud, l'antico borgo San Giorgio con la basilica di San Giorgio fuori le mura. Nella parte settentrionale si colloca la Ferrara rinascimentale dell'Addizione Erculea con i suoi principali monumenti, primo tra tutti il Palazzo dei Diamanti. Tutto il Quadrivio degli Angeli, che si trova a circa metà del corso Ercole I d'Este, rimane un punto priviligiato, anche per la presenza di palazzo Prosperi-Sacrati e palazzo Turchi di Bagno. Alti luoghi che caratterizzano l'area sono la Piazza Ariostea, la Chiesa di San Cristoforo alla Certosa e il suo cimitero monumentale, oltre al cimitero ebraico di Ferrara-via delle Vigne.
Quando gli Este nel 1598 lasciarono la città, subentrò il governo dello Stato Pontificio e venne attuata la devoluzione Ferrara, da capitale che era, venne ridotta ad una semplice città di provincia e per alcuni secoli non vennero realizzate particolari modifiche nel tessuto urbano.[1]
Seguirono le grandi opere urbanistiche del XX secolo. La prima tra queste fu l'Addizione Contini, iniziata prima della prima guerra mondiale, seguita dall'Addizione fascista, realizzata nel primo dopoguerra, e infine le grandi ricostruzioni realizzate negli anni cinquanta. Tutte queste poi vennero definite nel loro insieme Addizione Novecentista e tra i suoi principali ispiratori vi fu l'architetto Carlo Savonuzzi.