Vajiralongkorn Rama X | |
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Re di Thailandia | |
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In carica | dal 13 ottobre 2016 (8 anni e 122 giorni) |
Incoronazione | 4 maggio 2019 |
Predecessore | Bhumibol Adulyadej |
Erede | Dipangkorn Rasmijoti (presunto) |
Nome completo | Maha Vajiralongkorn Bodindradebayavarangkun |
Trattamento | Sua Maestà |
Nascita | Villa Ambara, Bangkok, Thailandia, 28 luglio 1952 |
Dinastia | Chakri |
Padre | Re Bhumibol Adulyadej (Rama IX) |
Madre | Regina Sirikit |
Coniugi | Mogli primarie: Soamsavali Kitiyakara (1977-1991, div.) Sujarinee Vivacharawongse (1994-1996, div.) Srirasmi Suwadee (2001-2014, div.) Suthida Tidjai (dal 2019) Nobile consorte Reale[1]: Niramon Aunprom (2019-2019, div.; dal 2020) |
Figli | Prime nozze: Bajrakitiyabha Seconde nozze: Juthavachara Vacharaesorn Chakriwat Vatchrawee Sirivannavari Terze nozze: Dipangkorn |
Religione | Buddhismo theravada |
Firma | ![]() |
Maha Vajiralongkorn Bodindradebayavarangkun (in thailandese มหาวชิราลงกรณ บดินทรเทพยวรางกูร ), conosciuto anche come Vajiralongkorn, (in thailandese วชิราลงกรณ, Wachiralongkon; Bangkok, 28 luglio 1952) è l'attuale re di Thailandia, asceso al trono il 13 ottobre[2] 2016. Come decimo sovrano della dinastia Chakri, è conosciuto anche con il nome Rama X[3][4].
Ha ereditato il regno dal padre Rama IX che, secondo un'indagine pubblicata nel 2009 dalla rivista Forbes, con un patrimonio di 30 miliardi di dollari,[5] era il monarca più ricco al mondo. In realtà il patrimonio apparteneva alla Casa reale ed era quindi un bene nazionale; nel 2018 Vajiralongkorn ottenne il trasferimento sul proprio conto personale di questi beni, il cui valore nel 2020 fu stimato dai 40 ai 70 miliardi di dollari.[6]
Il re e la sua famiglia sono figure venerate e temute quasi universalmente in Thailandia; l'offesa della sua dignità viene punita con pene che possono arrivare fino a 15 anni di detenzione per il reato di lesa maestà. Diverse ONG internazionali che si occupano della difesa dei diritti umani ritengono che questa legge venga usata dalle élite che controllano il Paese per reprimere le opposizioni.[7] Durante le proteste anti-governative del 2020-2021, i dimostranti chiesero anche una radicale riforma della monarchia e della legge di lesa maestà, un caso che non aveva precedenti nella storia del Paese.[8]