«Ecco le parole segrete che Gesù Vivente ha detto e che Didimo, Giuda Tommaso, ha trascritto.»
Vangelo di Tommaso | |
---|---|
![]() | |
Datazione | 140, ma sono proposte anche altre datazioni. |
Attribuzione | Tommaso apostolo |
Manoscritti | Papiri di Ossirinco 1, 654, 655; Codici di Nag Hammadi, II |
Tema | detti di Gesù |
Il Vangelo di Tommaso, o meglio Vangelo secondo Tommaso (in copto ⲡⲉ̅ⲩ̅ⲁ̅ⲅⲅ̅ⲉⲗ̅ⲓⲟⲛ̅ ⲡⲕ̅ⲁ̅ⲧⲁ ⲑ̅ⲱ̅ⲙⲁⲥ), è un vangelo che raccoglie i detti di Gesù (114 o 121 a seconda della numerazione proposta dagli studiosi moderni).[1]
L'attribuzione interna del vangelo è all'apostolo «Didimo Giuda Tommaso»;[2] la visione che emerge dal Vangelo di Tommaso è che il Regno di Dio sia già presente sulla Terra e che la luce divina, presente all'interno di tutti gli uomini, può permettere loro di vedere il Regno ed entrarvi.
Il vangelo è noto in forma completa tramite la versione in lingua copta conservata in uno dei manoscritti di Nag Hammadi, scoperti nel 1945 nell'omonima località egiziana; il manoscritto, un codice, è legato con un metodo ora noto come legatura copta e risale al 340 circa ed è conservato al Museo copto del Cairo. Fu solo dopo il ritrovamento di questo manoscritto completo in lingua copta che gli studiosi si accorsero che diversi frammenti della versione originale in lingua greca erano stati già scoperti: tre erano tra i Papiri di Ossirinco scoperti nel 1897,[3] altri due furono trovati sempre a Ossirinco nel 1903,[4] apparentemente provenienti dalla stessa raccolta di detti che conteneva i frammenti in greco del Vangelo di Tommaso (P. Oxy. I 1; IV 654; IV 655) e datati alla prima metà del III secolo,[5] mentre un ulteriore frammento greco scoperto nel 1905 è stato datato a prima del 200.[6]
Secondo il criterio di analisi hapax legomenon, il Vangelo di Tommaso è indipendente dal testo dei vangeli canonici per il 60-70% delle sentenze o detti. Data la sua relazione con questi testi, la sua data di composizione è dibattuta tra gli studiosi: alcuni lo ritengono contemporaneo dei vangeli sinottici, se non addirittura antecedente a questi, risultando in una datazione intorno al 50/60 ma comunque non posteriore alla fine del I secolo; la maggioranza degli studiosi[7] ritiene che sia successivo, in quanto mostrerebbe una dipendenza parziale dai vangeli canonici, e lo datano tra il 120 e il 140 circa.
<ref>
: non è stato indicato alcun testo per il marcatore koester