La principessa Vera Konstantinovna Romanova (in russo Вера Константиновна Романова?; Pavlovsk, 24 aprile 1906 – Nyack, 11 gennaio 2001) è stata una nobile russa, pronipote dell'imperatore Nicola I di Russia, ultima figlia del granduca poeta Konstantin Konstantinovič e della principessa Elisabetta di Sassonia-Altenburg.
Amica d'infanzia delle giovani figlie dello zar Nicola II di Russia[1], dopo la Rivoluzione d'ottobre le furono uccisi tre fratelli e uno zio, oltre ad alcuni parenti più lontani. Invece ella, sua madre e il fratellino Georgij Konstantinovič si salvarono, dirigendosi in Svezia. Passò il resto della sua vita in esilio, dapprima in Europa occidentale e poi negli Stati Uniti.
Vera Konstantinovna trascorse i suoi primi anni di vita nello splendore favoloso dell'ultimo periodo della Russia imperiale. Aveva solo otto anni quando l'erede al trono austriaco, l'arciduca Francesco Ferdinando d'Asburgo-Este venne assassinato e scoppiò la prima guerra mondiale e si trovava con i genitori e il fratello Georgij in Germania in visita ai parenti materni ad Altenburg: il deflagare del conflitto li prese di sorpresa, intrappolandoli in Germania, un paese nemico, e solo grazie all'intervento personale dell'imperatrice tedesca Augusta Vittoria poterono rientrare in Russia[2]. I fratelli, ufficiali dell'esercito, si batterono in prima linea, e uno di loro, Oleg Konstantinovič, morì per le ferite riportate: considerata troppo giovane non le fu permesso assistere al funerale. La morte del fratello fu appena la prima di molte sciagure che toccarono la sua famiglia.
L'anno dopo suo padre le morì davanti agli occhi per un attacco di cuore. In una lettera a suo fratello più tardi descrisse come stava sedendo con il padre nello studio quando il granduca Konstantin cominciò a boccheggiare. La principessa Vera riuscì ad aprire una pesante porta che metteva in comunicazione gli studi dei genitori, spostando parecchie pesanti piante che ostruivano la porta e urlando alla madre che il padre non riusciva a respirare: quando la madre arrivò, il granduca era già morto[3].