Vincent Gigante (New York, 29 marzo 1928 – Springfield, 19 dicembre 2005) è stato un mafioso statunitense, di origine italiana, membro di spicco della famiglia Genovese di New York.
Finite le scuole Gigante ha iniziato a lavorare come boxeur professionista, combattendo un totale di 25 incontri tra il 1944 ed il 1947; in seguito ad infortuni fisici Gigante termina precocemente la sua carriera di pugile ed entra nella famiglia mafiosa di Lucky Luciano. Gigante è il quinto di cinque fratelli: Mario, Pasquale, Ralph e Luigi, tutti, ad eccezione di quest'ultimo, arruolati come uomini della famiglia Genovese. Assurto al ruolo di autista personale di Vito Genovese, gli verrà affidato il compito di uccidere Frank Costello, che però fallisce. Dopo aver scontato una condanna per traffico d'eroina, durante la quale divide la cella con l'ex capo Vito Genovese, Gigante diventa caporegime della stessa famiglia Genovese, gestendo il proprio gruppo di mafiosi nella zona del Greenwich Village.
Grazie ai suoi metodi il potere di Vincent Gigante cresce velocemente tra il 1960 ed il 1970, fino a raggiungere il livello di Capofamiglia nel 1981, servendosi di Anthony "Fat Tony" Salerno come frontman per almeno il primo quinquennio degli anni ottanta. In seguito sarà lui ad ordinare l'omicidio, fallito, di John Gotti boss della Famiglia Gambino. A seguito dell'arresto di John Gotti e di altri membri di spicco dei Gambino, Gigante viene riconosciuto ufficialmente quale Boss del crimine più pericoloso degli Stati Uniti.
Per oltre un trentennio Vincent Gigante si finse infermo mentale, onde evitare l'arresto da parte delle forze dell'ordine. Soprannominato "L'enigma in accappatoio" e "Oddfather" (gioco di parole inglese tra Godfather, ovvero padrino, e Odd, ovvero svitato), Gigante era solito vagare per il Greenwich Village in vestaglia, pigiama e ciabatte, mormorando frasi incoerenti. Nel 1990 è stato condannato per racket ai danni dello stato federale, ma fu giudicato mentalmente incapace di sostenere un processo; tuttavia nel 1997 fu ancora una volta condannato per racket, ma questa volta processato e condannato a 12 anni di carcere. Di fronte alle nuove accuse del 2003, Gigante si dichiarerà colpevole e finalmente ammetterà che la tattica dell'infermità mentale fu soltanto un escamotage per evitare i vari processi[1].
Vincent Gigante morirà, in regime di detenzione, nel 2005 presso lo "United States Medical Center for Federal Prisoners".