Volontari della Fede | |
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الغزاة المجاهدين (al-ghuzāt al-mujāhidīn) trad. Guerrieri della jihad | |
Descrizione generale | |
Attiva | XIII secolo - XIV secolo |
Nazione | Sultanato di Granada |
Guarnigione/QG | Fuengirola[1] |
Battaglie/guerre | Reconquista |
Comandanti | |
Degni di nota | Hammu ibn Abd al-Haqq Uthman ibn Abi al-Ula |
Voci su unità militari presenti su Wikipedia |
I Volontari della Fede (in arabo الغزاة المجاهدين?, trasl. al-ghuzāt al-mujāhidīn, ovvero i guerrieri della jihad),[2] fu un corpo militare istituito nel sultanato di Granada e composta da soldati reclutati tra gli zenata berberi esiliati dal sultanato merinide. Scopo ufficiale di questo gruppo era quello di difendere lo Stato dai regni cristiani presenti nel Basso Medioevo nella penisola iberica.[2][3]
Molti di questi combattenti si offrirono volontari perché consideravano la difesa dei fedeli musulmani alla stregua di un dovere religioso.[4] Sebbene i volontari nordafricani fecero la loro comparsa nella penisola iberica già nell'XI secolo con il termine di ghuzāt,[2][5] il loro reclutamento fu esteso durante gli ultimi anni di Muhammad ibn Nasr (al potere dal 1238 al 1273),[5] e poi istituzionalizzato e ulteriormente ampliato da suo figlio Maometto II al-Faqih (r. 1273-1302). Con il passare tempo, i Volontari accrebbero numero e soppiantarono quasi del tutto le truppe indigene granadine divenendo la principale componente militare, arrivando a contare 10 000 unità poco prima della morte di Muhammad II.[6]
Il loro comandante principale, lo shaykh al-ghuzat, occupava una posizione influente nella politica del sultanato, così come i comandanti regionali, i ghuzat, che venivano nominati nelle principali città come Guadix, Ronda e Malaga.[7][8]