Lo zwinglianesimo o zuinglianesimo[1] (anche zwinglismo o zuinglismo[2]) è la dottrina protestante formulata da Ulrico Zuinglio, protagonista della Riforma elvetica insieme a Giovanni Calvino.
Le interpretazioni teologiche di Zwingli sono basate soprattutto sull'analisi razionale delle Sacre Scritture, ispirate da Dio, secondo il riformatore svizzero, e poste ben al di sopra di autorità umane come il concilio ecumenico o i Padri della Chiesa. Dopo la morte di Zwingli, lo zwinglianesimo divenne una confessione cristiana vera e propria, basata sulla Seconda Confessione Elvetica, promulgata da Enrico Bullinger nel 1560.
L'opera riformatrice di Zwingli venne comunque ampliata enormemente e portata avanti dal teologo Giovanni Calvino; lo zwinglianesimo può quindi essere considerato il movimento precursore del calvinismo.